Con Draghi e Recovery Plan stile piano Marshall è buy Italia: outlook su Piazza Affari e spread BTP-Bund
“Nel 2020 i flussi di investimento esteri diretti in Italia si sono addirittura azzerati, mentre quelli verso Francia e Germania si sono ridotti del 60%. Inoltre, l’azionario Italia nei portafogli internazionali è attualmente ‘sottopeso’. Esiste quindi la concreta possibilità di far arrivare nel nostro Paese non solo i flussi mancati nel 2020 e quelli degli anni precedenti, ma anche tutta una serie di investimenti che sono in attesa di valide opportunità di mediolungo termine, specie ora che il rischio Italia, grazie a Draghi, si è fortemente alleggerito agli occhi di molti allocatori e investitori globali”. E’ quanto si legge in “Una fonte di Alpha irripetibile con elevati margini potenziali di recupero” di Carlo Sturlese del Team Investment Advisory di Kairos, che concentra in modo particolare sul fattore Draghi premier, una garanzia di credibilità per l’Italia e per i suoi asset:
“La caratura e la personalità di Mario Draghi sono fuori discussione, soprattutto al di fuori dei confini nazionali. Averlo come presidente del Consiglio permette all’Italia di contare su capacità apprezzate anche a livello internazionale nella cruciale gestione dei 209 miliardi di euro del Recovery Plan, un piano strategico per il futuro del nostro Paese. Spendere queste risorse in modo infruttuoso significherebbe pregiudicare l’avvenire delle generazioni future, ma la presenza di Draghi rappresenta una garanzia sulla qualità delle scelte di investimento che saranno effettuate. L’Italia ha bisogno di soluzioni decise ed intelligenti per affrontare con slancio le prossime sfide, e si deve dotare innanzitutto di infrastrutture energetiche e digitali. La propulsione del Recovery Plan dovrà essere sfruttata per effettuare questo rilancio della nostra economia sposando appieno anche logiche di crescita sostenibile”.
Secondo Sturlese, si potrebbero “generare forti acquisti non solo sul FTSE MIB” ma anche, “a cascata, sulle mid e small cap di Piazza Affari, con effetti positivi sull’economia reale e sul sistema Paese Italia”.
“Le ricadute positive non riguarderebbero infatti soltanto le tante multinazionali ‘tascabili’ del made in Italy già apprezzate nel mondo, ma anche le diverse realtà in campo industriale, alimentare e farmaceutico che non sono al momento pienamente valorizzate dal mercato. Ma, con ogni probabilità, l’aspetto strutturale più rilevante riguarderebbe la possibilità di creare, nel medio periodo, le condizioni per colmare un gap storico che l’Italia accusa da decenni nell’evoluzione del proprio mercato dei capitali, essendo ora in grado di intercettare e aprirsi ad un significativo afflusso di capitali esteri. Se paragonato alle altre potenze industriali occidentali, il ritardo del nostro Paese nel mercato dei capitali è evidente”.
Draghi-Recovery Plan, occasione storica di rimettere Italia in vetrina
“Mario Draghi conosce in modo approfondito le dinamiche di mercato e, grazie all’effetto combinato capitali esteri/Recovery Plan, ha l’occasione storica di rimettere in vetrina e sotto i riflettori di tutto il mondo l’asset Italia e far ripartire l’economia. Raggiunti questi obiettivi, l’evoluzione del nostro mercato dei capitali incentiverebbe la quotazione di molte delle migliori eccellenze private presenti in Italia, generando quindi quel processo virtuoso di evoluzione e di apertura del mercato dei capitali al tessuto industriale e tecnologico del Paese, che molte nazioni prima di noi hanno già percorso”, continua Sturlese.
“Questo scenario apre importanti opportunità per i gestori attivi, che potranno selezionare aziende quotate di qualità e di prospettiva, e sia per coloro, come i gestori di ELTIF, che puntano ad accompagnare in Borsa aziende e start up innovative non quotate. Certo, è necessario che le riforme (in primis quella del lavoro e quella del mercato dei capitali) vengano finalmente varate, ma l’ampio sostegno al governo Draghi fa ben sperare in questo senso. In un contesto generale nel quale è sempre più difficile individuare titoli e temi d’investimento sottovalutati, l’Italia offre oggi una potenziale fonte di alpha e rappresenta un’opzione di investimento che al contempo può essere motivo sia di diversificazione che di crescita molto interessante all’interno dei portafogli globali. Negli ultimi cinque anni, per esempio, mentre il FTSE MIB ha segnato un +50,8%, lo S&P 500 ha registrato un +95,2% e il Nasdaq addirittura un +175,3%. Performance che dimostrano quali siano i margini potenziali di recupero del listino italiano, a patto di saper sfruttare la congiunzione astrale favorevole al governo Draghi”.
Kairos, Brera: momento giusto per investire nel nostro paese
La fiducia nel governo Draghi e nel Draghi Effect viene messa in rilievo anche da Guido Brera, Chief Investment Officer di Kairos, che sottolinea che “sembra che questo sia, dopo decenni e decenni, il momento giusto per investire nel nostro Paese”. L’importanza del Recovery Plan, tra l’altro, è decisamente elevata: si tratta per Brera di “una sorta di piano Marshall ed è anche un inizio di Eurobond”.
“Il Recovery Plan prevede trasferimenti e sussidi e rappresenta un’opportunità per ricostruire il nostro Paese dalle fondamenta e renderlo un asset “trofeo” nel mondo. Un asset dove si può venire a lavorare e a vivere, a patto che funzionino diversi fattori imprescindibili: dalla fibra ai trasporti, dalla sanità alla scuola. L’Italia può diventare davvero un luogo incontaminato, perché l’ambiente è un fattore che siamo riusciti a preservare e nel nuovo mondo green il nostro Paese può ricoprire un ruolo fondamentale”.
Sulla possibilità che Piazza Affari inverta il trend registrato negli ultimi 20 anni, il Chief Investment Officer di Kairos Guido Brera mette in evidenza che “la capitalizzazione complessiva del mercato azionario italiano oggi è di 600 miliardi di euro circa” e che “addirittura, il segmento delle piccolemedie imprese, l’AIM, ha un market cap di soli 7 miliardi di euro. Sempre in termini di capitalizzazione, il controvalore attuale rispetto al PIL in Italia è del 30%, contro un valore medio del 50% in Europa e addirittura un valore del 150% negli Stati Uniti. Un dato che deve farci riflettere è sapere che l’intero mercato italiano rappresenta circa un terzo della capitalizzazione di Apple: non a caso, a fine 2020, il mercato americano contava per il 50% sul totale del valore azionario globale. In questo contesto, sapere che il piano di aiuti europeo potrebbe far affluire in Italia 200 miliardi di euro, cioè un terzo della capitalizzazione del mercato azionario italiano, non può che infonderci ulteriore fiducia sulle prospettive del nostro Paese e nella valorizzazione dei propri asset”.
Kairos e le previsioni su spread BTP-Bund
E che dire dello spread BTP-Bund? Così Rocco Bove, Head of Fixed Income di Kairos:
“Nel reddito fisso,la curva dei tassi vede l’interazione di due componenti. La prima è quella relativa al tasso di mercato, che potrebbe soffrire nei prossimi mesi se il trend di rialzo dei tassi di interesse dovesse proseguire. La seconda componente è lo spread, che è influenzata da dinamiche domestiche e potrebbe, al contrario, risultare favorevole. Lo spread decennale italiano attualmente è in area 100 punti base – ricorda Bove – frutto della differenza del rendimento dello 0,65% dei Btp a 10 anni e del 0,35% dell’omologo Bund tedesco. Le aspettative sul Governo Draghi fanno ragionevolmente ipotizzare che il differenziale italiano possa agganciare quello spagnolo, che attualmente viaggia intorno ai 65 punti base. Se la crescita della zona euro dovesse prendere corpo è probabile che i tassi a 10 anni del Bund tedesco salgano, magari portandosi a zero. Se l’Italia agganciasse la Spagna a 65 punti base, il rendimento del Btp a 10 anni stazionerebbe ancora in area 0,65%. L’Italia continuerebbe a pagare bassi tassi di interesse sul proprio debito, ma con il vantaggio di avere una crescita molto più dinamica rispetti agli ultimi anni”.
“Il nostro Paese può infatti intraprendere un’andatura economica ben impostata per i prossimi anni grazie al Recovery Plan messo a punto dal Governo Draghi, e questo metterà in secondo piano l’aumento del debito perché rassicurerà gli investitori sulla sua sostenibilità”, specifica Bove.
Inoltre, secondo l’Head of Fixed Income di Kairos, il rischio obbligazionario Italia può essere agevolmente gestito in portafoglio guardando a tutta la gamma di strumenti a disposizione, a cominciare dai Btp inflation linked per poi spaziare anche nelle altre asset class di rischio sia obbligazionarie che azionarie.
‘Certo’ ammette Bove, “sarà importante evitare intoppi nel piano di vaccinazione (fondamentale per le riaperture e il ritorno alla crescita), così come sarà fondamentale che le Banche Centrali non commettano errori gravi. Uno di questi potrebbe essere quello di restringere troppo presto le condizioni favorevoli del credito, oppure alimentare fiammate inflattive strutturali con un mix inadeguato di politiche monetarie e fiscali”.