Oro chiude febbraio in calo del 4%. Scende per secondo mese consecutivo, effetto dollaro post Treasuries
Le quotazioni dell’oro si apprestano a chiudere febbraio in calo per il secondo mese consecutivo e anche per la seconda settimana consecutiva. Il metallo prezioso ha scontato il rialzo del dollaro, scatenato a sua volta dall’aumento dei tassi sui Treasuries, con quelli decennali che hanno superato anche la soglia dell’1,6% nella sessione di ieri.
I rendimenti decennali Usa sono volati fino all’1,614%, al record dal 14 febbraio del 2020, con un movimento che alcuni trader hanno chiamato ‘flash move’. I rendimenti hanno poi ritracciato chiudendo comunque ai massimi in un anno all’1,51%, in rialzo di 12 punti base circa nella sessione. Nella giornata di oggi, i tassi dei Treasuries a 30 anni, balzati ieri al 2,286%, oggi scendono al 2,10%.
I prezzi del metallo giallo recuperano così terrano, con il contratto spot a $1.773,06 l’oncia, dopo aver testato il minimo in una settimana nelle ore precedenti, a $1.764,90, valore più basso dal 19 febbraio scorso.
Le quotazioni hanno perso lo 0,6% su base settimanale e del 4% nel mese di febbraio.
A pesare, per l’appunto, il rialzo del dollaro, con il Dollar Index che oscilla al di sopra di quota 90 punti. Come commentato da Carsten Fritsch, analista di Commerzbank, “il principale fattore che sta pesando sull’oro è il balzo dei rendimenti dei bond, che rende l’oro meno appetibile, visto che non paga interessi”.