Energie rinnovabili: boom a tre cifre sui mercati, per UBP il trend continuerà
Una delle principali storie di successo nel mercato azionario nell’ultimo anno è quello delle energie rinnovabili. Come ricorda Mathieu Nègre, Portfolio Manager Emerging Market Impact Equities, Union Bancaire Privée (UBP), il principale benchmark del settore, l’indice S&P Global Clean Energy, è cresciuto di oltre il 140% in termini di dollari l’anno scorso. Lo scorso anno è stato cruciale per l’industria delle rinnovabili che ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo, così come una rivalutazione dei modi con cui produciamo energia.
Energie rinnovabili: il perché di tanto successo
I motivi di questo successo sono tanti. In primis il fatto che, in netto contrasto con tutti gli altri combustibili, le energie rinnovabili utilizzate per la generazione di elettricità dovrebbero esser cresciute di quasi il 7% nel 2020, secondo l’Energy Information Administration (EIA) statunitense. Inoltre il costo dell’energia solare ed eolica, già in costante calo negli ultimi anni, è sceso ulteriormente, rendendoli più competitivi rispetto ai combustibili fossili.
Questi sviluppi sono stati sostenuti da politiche governative, come il recovery plan dell’UE che ha un focus forte sugli investimenti verdi. Inoltre, con il Green Deal, l’UE si è prefissa l’ambizioso obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 che per diventare realtà richiederà un importante svolta verso le energie rinnovabili. Le proposte del Deal includono la riduzione delle emissioni di carbonio del 55% rispetto al 1990 da qui alla fine del decennio.
Particolarmente significativi possono essere gli sviluppi in corso in Cina, di gran lunga il più grande produttore mondiale di anidride carbonica, responsabile del 27% delle emissioni globali. Ultimo fattore, ma non meno importante, il presidente Biden che ha riportato gli Stati Uniti nell’accordo di Parigi e ci si aspetta che traduca la politica climatica in azioni del governo federale. Sotto la nuova amministrazione, secondo l’esperto, gli investimenti nell’energia verde potrebbero raggiungere i duemila miliardi di dollari, con l’obiettivo di ottenere un settore energetico a zero emissioni di carbonio entro il 2035, decarbonizzando l’industria dei trasporti attraverso nuovi standard per le emissioni di carburante e sviluppando tecnologie emergenti, come l’energia a idrogeno verde che dovrebbe ricevere circa 400 miliardi di dollari in finanziamenti federali.
Le implicazioni su alcune società
Alla luce di questi sviluppi, conclude l’esperto di UBP, non sorprende che alcuni titoli leader nel settore delle energie rinnovabili, come le trenta società rappresentate nell’indice S&P Global Clean Energy, abbiano visto i loro prezzi azionari apprezzarsi sostanzialmente negli ultimi dodici mesi. Ad esempio, per un certo numero di titoli delle energie rinnovabili, si stima che i ricavi siano cresciuti del 29% nel 2020 e si prevede che saliranno di un ulteriore 24% nel 2021. Oltre a questo, ci si può aspettare un aumento dei margini di profitto e migliori prospettive a lungo termine.
“Gli investitori con la memoria lunga possono ricordare la debacle del precedente ciclo dell’energia solare che si è concluso con una serie di fallimenti, seguiti da anni apparentemente infiniti di scarsa redditività per l’intero settore – ricorda Nègre – . Rispetto a quell’esperienza, alcune cose sono fondamentalmente cambiate in meglio, in particolare il fatto che la politica climatica è in cima all’agenda politica nella maggior parte del mondo sviluppato, il che significa che gli investimenti nelle energie rinnovabili sono destinati ad aumentare. Inoltre, l’industria delle rinnovabili si è consolidata a livello globale, il che ha permesso ai player attuali del settore di far affidamento su una base finanziaria più solida rispetto agli anni precedenti. D’altra parte, ciò che non è cambiato è la natura volatile dei cicli di investimento e la lotta per proteggere i margini di profitto nel tempo, date le barriere relativamente basse all’entrata nel settore delle rinnovabili”.
L’esperto di UBP ritiene che il 2020 è stato un anno cruciale per l’industria delle rinnovabili che ha segnato l‘inizio di un nuovo ciclo, così come una rivalutazione dei modi con cui produciamo energia. Questo sviluppo si accorda con gli sforzi globali per decarbonizzare il sistema energetico che sono già in corso. “In altre parole, il passaggio alle rinnovabili ha acquisito una dinamica che va oltre gli aspetti tecnologici e normativi che sono stati nella mente degli investitori in passato”.