Lavoro: soft skill e generazioni, ecco come cambiano le abilità a seconda dell’età
Le attitudini personali e le abilità sul lavoro cambiano a seconda della fascia di età. Se i giovani della Generazione Z sono più flessibili, i Millennials si dimostrano essere più metodici mentre i nati fino al 1980 presentano spiccate doti organizzative. E’ ciò che emerge dall’analisi condotta da Jobtech, agenzia per il lavoro digitale operativa nel mercato italiano, che ha analizzato le soft skill degli italiani alla ricerca di un lavoro, scoprendo che a fasce d’età diverse corrispondono specifiche attitudini e peculiarità. In questo momento più che mai, è necessario mettere in contatto la domanda con l’offerta di lavoro, che pure c’è. Serve, in particolare, trovare il dipendente giusto considerando non solo l’esperienza ma anche la personalità.
“Avere in organico un mix giusto di persone appartenenti alle diverse generazioni porta a migliori risultati in azienda – dichiara Angelo Sergio Zamboni, Co-founder di Jobtech – e questo è molto importante soprattutto in un periodo contrassegnato da una generale difficoltà a trovare lavoro”.
Soft skill a seconda dell’età
Per fotografare le soft skill, ossia le caratteristiche relazionali e della personalità, Jobtech ha diviso il campione tra Generazione X (i nati tra il 1965 e il 1980), Millennials (dal 1981 al 1995) e Generazione Z (i nati dal 1996 al 2010). Stando ai risultati dell’indagine, l’inserimento di una risorsa della Generazione Z garantisce una maggior flessibilità oraria e di attività, ma espone potenzialmente ad una maggiore insicurezza nel prendere decisioni, soprattutto a fronte di responsabilità. I Millennials, dal canto loro, sono più propensi a mantenere un clima positivo sul posto di lavoro e preferiscono uno stile lavorativo più metodico ed organizzato rispetto agli altri. La Generazione X offre una maggior stabilità emotiva sul luogo di lavoro e ottime capacità organizzative, che vengono richieste da parte dei candidati anche alle aziende a cui si offrono.
Generazione Z: più flessibili, meno metodici
L’universo della Generazione Z dichiara in misura più alta della media (il 28% in più) di avere uno stile di lavoro maggiormente dettato da picchi di energia casuali invece di un approccio metodico e organizzato. I più giovani si definiscono più sognatori rispetto alle altre generazioni censite (20% in più rispetto ai millennials e 40% in più in confronto alla Generazione X) ma ammettono di soffrire più degli altri le situazioni di stress. Gli uomini, in particolare, sono risultati i più procrastinatori di tutto il campione ma anche i più preoccupati del parere degli altri.
Millennials i più energici e motivati
I millennials, invece, odiano improvvisare: dichiarano uno stile lavorativo più metodico e organizzato, meno dettato dallo stress e dalle scadenze, rispetto alle Generazioni Z e X. Sono risultati la fascia d’età più energica e motivata (15% in più della media).
Generazione X: gli anni e l’esperienza li rendono più sicuri
Chi cerca lavoro e appartiene alla Generazione X si definisce meno soggetto a emotività e maggiormente equilibrato, poco incline agli sbalzi di umore (il 63% si arrabbia raramente contro il 50% dei Millennials e della Generazione Z). Si sentono più sicuri rispetto alle generazioni più giovani, uomini in primis (10 punti percentuali in più rispetto alle donne di questa fascia). Di contro, sono i meno empatici di tutto il campione. Le donne di questa classe d’età, invece, si reputano più propense a elaborare un piano di attività e a rispettarlo (86% delle donne vs. 73% degli uomini).