Famiglie: cosa succederebbe con l’embargo del gas russo? Stangata da oltre 3.000 euro annui e rischio razionamenti
L’embargo del gas dalla Russia non è stato inserito tra le ultime sanzioni imposte dall’Unione europea contro Mosca, ma cosa succederebbe se, con il protrarsi del conflitto in Ucraina, si arrivasse anche a questa decisione? Lo scenario per le famiglie italiane sarebbe davvero pesante. Almeno secondo i calcoli e le previsioni fatte da Assoutenti, che vede il rischio di un’impennata dell’inflazione con una conseguente stangata sui conti delle famiglie e un crollo dei consumi, oltre che un razionamento delle forniture e limitazioni al riscaldamento nelle case. Conseguenze gravi che si vedrebbero soprattutto nel prossimo autunno.
“In caso di embargo del gas russo, a partire dal prossimo autunno si registreranno conseguenze dirette per milioni di famiglie e imprese italiane che costringeranno i cittadini a rivoluzione del tutto le proprie abitudini quotidiane“, avverte Assoutenti.
Vediamole nel dettaglio. Innanzitutto, l’inflazione e prezzi al dettaglio stimati da Bankitalia in un ottimistico +8%, salirebbero secondo le stime di Assoutenti addirittura oltre il 10% in caso di embargo. Con una ricaduta su consumi e portafoglio delle famiglie. Infatti, anche con una inflazione stimata intorno all’8% (quindi nello scenario più favorevole descritto da Bankitalia), l’impatto sarebbe di una maggiore spesa annua pari a +3.192 euro a famiglia con effetti diretti sui consumi, che potrebbero calare fino al -5%.
Uno stop alle importazioni del gas russo farebbe sentire i suoi effetti in particolare a partire dal prossimo autunno, precisa Assoutenti. La riduzione delle disponibilità di energia porterebbe inevitabilmente a un razionamento delle forniture che colpirebbe sia le attività produttive, sia le famiglie. Nello specifico si andrà verso una limitazione della capacità di consumo di elettricità per uso domestico all’interno delle abitazioni, con una inevitabile riduzione dell’uso di elettrodomestici e apparecchi vari da parte degli utenti.
Per il gas ci sarebbe una probabile sospensione delle forniture presso condomini e abitazioni private in determinati orari del giorno, con la conseguenza che le famiglie non potranno utilizzare acqua calda, cucinare o utilizzare i riscaldamenti oltre un certo orario, e una limitazione generale delle temperature del riscaldamento nelle case come negli uffici pubblici.
Di fronte a questi rischi, l’associazione invita il governo a prepararsi per tempo anche se si tratta solo di uno scenario ipotetico. “Il governo non può farsi trovare impreparato, e deve studiare già da adesso un piano che, in caso di razionamento dell’energia, blocchi i listini dei generi di prima necessità, garantisca i servizi essenziali e il rifornimento di generi alimentari, e accompagni le famiglie verso una riduzione dolce dei consumi in grado di limitare il più possibile l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini”, suggerisce il presidente dell’associazione, Furio Truzzi.