Azimut: utile netto 2020 fra i 375 e 415 milioni di euro, superato il record del 2019
Il Gruppo Azimut prevede di chiudere il 2020 con il miglior utile netto consolidato della sua storia, compreso fra i 375 milioni di euro e i 415 milioni di euro, superando il record del 2019.
Nel 2020 Azimut ha registrato una raccolta netta di 4,5 miliardi di euro, raggiungendo così il patrimonio complessivo più alto di sempre a 60,4 miliardi di euro (66,8 miliardi di euro includendo l’acquisizione di Sanctuary Wealth negli USA, in progresso del +2,3% rispetto a fine 2019. Pietro Giuliani, Presidente del Gruppo, commenta: “Nel 2020 abbiamo raggiunto risultati molto importanti: 375-415 milioni di euro, l’utile più alto mai raggiunto, una performance netta ai clienti positiva del 1,15% (vs. 0,75% dell’indice Fideuram) che, se sommata a quella del 2019, porta il rendimento netto a quasi il 10% in due anni. Siamo gli unici che continuano a credere ed investire nel modello integrato di gestione e distribuzione, facendolo in tutto il mondo con una presenza capillare del nostro Global Team e delle nostre reti di consulenti in 17 paesi. La sostenibilità del nostro modello ci ha anche permesso di essere tra i pochi a pagare nel 2020 un dividendo di 1 euro per azione agli azionisti. Inoltre, nel 2020 abbiamo anche raggiunto il target di 2 miliardi di masse in prodotti di economia reale, coerentemente con la strategia di medio-lungo periodo di generare rendimenti positive per i clienti, innovando la gamma prodotto grazie all’esposizione ad asset class che storicamente hanno generato performance superiori a quelle tradizionali. I numeri che ne derivano in termini di crescita e di utile netto, sono stati puntualmente anticipati da un management che da più di 15 anni, dalla quotazione nel 2004, non ha mai disatteso un obbiettivo dichiarato. Tutto ciò non viene ancora valorizzato correttamente dal mercato e dagli analisti causa la non comprensione di un modello di business e di una strategia unica nel settore. Siamo invece convinti che il valore della nostra società sia molto più elevato di quello attuale, motivo che ci ha portato, attingendo ai nostri risparmi personali, a rafforzare nel 2018, e nuovamente nel 2020, con due operazioni di leveraged buy-out, la quota azionaria detenuta da manager, consulenti, gestori e dipendenti“.