Piazza Affari parte bene nel 2021, non teme (per ora) l’aria di crisi nel governo
Anche Piazza Affari si unisce al coro di rialzi sui mercati europei nella prima seduta del 2021 e della settimana. A Milano l’indice Ftse Mib sale di circa lo 0,6% a 22.365 punti. Rialzi più sostenuti nel resto d’Europa, con il Ftse 100 di Londra che sale di circa il 2,5%, mentre il Dax e il Cac40 mostrano una crescita rispettivamente di circa l’1% e dell’1,5 per cento. La settimana dell’Epifania vede in primo piano la campagna vaccinale in Europa, e a livello nazionale torna a ritagliarsi un ruolo di primo piano anche la sfera politica. Si è infatti aperta una settimana incerta per il destino dell’esecutivo Conte.
Chi sale e chi scende oggi
Tra i singoli titoli si mette in evidenza Saipem (+3%) in testa al listino grazie ai rialzi del petrolio e STM che guadagna circa il 2,7% e viaggia sopra i 31 euro. Si guarda anche a Fca (+1,8% verso quota 15 euro) nel giorno in cui si terrà l’assemblea straordinaria degli azionisti per l’approvazione della fusione con Peugeot. L’assemblea si terrà da remoto a partire dalle ore 14:30. Si va così verso la creazione di Stellantis. Secondo alcuni analisti la finalizzazione della fusione potrebbe avvenire tra la fine di gennaio e le prime settimane di febbraio, anche in anticipo rispetto al calendario previsto (fine del primo trimestre 2021).
Sul fondo del Ftse Mib si piazza il comparto bancario in scia all’allargamento dello spread sull’onda delle tensioni nel governo. Nei prossimi giorni il premier Giuseppe Conte è chiamato a risolvere le tensioni della coalizione di governo generate da una serie di attacchi da parte del leader di Italia Viva, Matteo Renzi. E così fioccano i segni negativi tra le banche di Piazza Affari con UniCredit e Mediobanca che cedono rispettivamente l’1,36% e lo 0,93%, mentre Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bper mostrano cali inferiori all’1 per cento. “Crisi di governo? Non vediamo rischi significativi per lo spread nei diversi scenari se, come pensiamo, non si arriverà a nuove elezioni“. Sono di questo parere gli analisti di Equita che mettono in evidenza alcuni scenari possibili. “Al momento uno scenario probabile potrebbe essere quello di un ritocco della squadra di Governo non troppo invasivo, con Italia Viva premiata nel nuovo organigramma. Se il Governo dovesse invece cadere, i partiti della coalizione potrebbero cercare di formare un nuovo patto e concordare una nuova squadra di ministri, con o senza Conte come primo ministro”, affermano da Equita. In alternativa, il capo dello Stato potrebbe cercare di costruire un governo di unità nazionale (ipotesi Draghi) per affrontare la crisi sanitaria ed economica. In tutti questi scenari, gli analisti di Equita non vedono rischi rilevanti per lo spread grazie al supporto degli acquisti della Bce, anche se aumenterebbero le preoccupazioni nell’Unione europea sulla capacità dell’Italia di gestire il Recovery Plan.
I temi di giornata
La giornata odierna sarà scandita dalla pubblicazione dei dati ufficiali dei Pmi manifatturieri di dicembre delle principali economie della zona euro, Italia compresa. Su quest’ultimo fronte nuovo miglioramento a dicembre delle condizioni del settore manifatturiero italiano, con la crescita della produzione in accelerazione per via del rinnovato aumento dei nuovi ordini ricevuti. Le imprese hanno inoltre continuato ad assumere personale a un tasso incrementato moderatamente. Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero ha mostrato a dicembre un dato pari a 52,8, in salita da 51,5 di novembre.
“In questa fine d’anno continua la ripresa del settore manifatturiero italiano, con la produzione in espansione per il settimo mese consecutivo. Anche se minimamente, i nuovi ordini sono ritornati a crescere, con l’aumento che però arriva maggiormente dalla domanda estera che ha indicato un forte incremento dopo il leggero calo di novembre”, ha commentato Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, analizzando gli ultimi dati dell’indagine. “Le restrizioni anti Covid-19 hanno però continuato ad avere un impatto sulla catena di distribuzione, che ha registrato i maggiori ritardi da maggio. La carenza di materiale e il prezzo dei trasporti hanno fatto innalzare ancora una volta il carico dei costi, e le imprese manifatturiere hanno registrato il maggiore tasso di inflazione dei costi di acquisto da metà 2018″, ha aggiunto l’economista secondo il quale, conseguentemente all’attuale ripresa, le aziende manifatturiere hanno mostrato il livello maggiore di ottimismo sulla produzione dei prossimi 12 mesi da agosto scorso, attribuendo le positive aspettative al miglioramento della domanda, alla forte ripresa economica post pandemica e alle buone notizie riguardanti il vaccino”. Ha invece deluso le attese l’indice Pmi manifatturiero cinese stilato congiuntamente dalle società Caixin e Markit che è sceso a 53 punti a dicembre rispetto ai 54,9 punti di novembre. Il dato è stato inferiore ai 54,7 punti attesi dal consensus.
Non si perde di vista nemmeno un attimo l’evoluzione della pandemia nel mondo. Resta in primo piano anche la campagna vaccinale restano in primo piano sui mercati, con il Regno Unito che inizierà oggi a lanciare il vaccino contro il coronavirus sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford, segnando un ulteriore passo nella battaglia globale contro la pandemia. Sempre oggi da monitorare anche il petrolio aspettando la nuova riunione Opec+ nella quale si dovrebbe discutere dei livelli di produzione di febbraio.
L’anno passato, qualche numero di Piazza Affari e non solo
Proprio oggi i mercati europei hanno inaugurato la prima seduta del 2021, buttandosi così alle spalle il 2020. Come sottolineano gli analisti di Sostrader, che hanno fatto il punto sul 2020, per Piazza Affari è proseguita l’alternanza di annate positive e negative (che va avanti da 6 anni) chiudendo l’anno passato in ribasso del 5,42%, ma ben lontano dai minimi toccati a 14.150 punti. Le 5 blue chips migliori dell’anno sono state Diasorin +47,4%, Interpump Group +42,85%, Prysmian +35,32%, Amplifon +32,76%, Nexi +31,99%. E le 5 peggiori: Bper -51,06% Saipem -49,38%, Leonardo -43,44%, Unicredit -41,26% ed Eni -38,26%.
Allargando lo sguardo a livello globale, “l’annata è stata certamente più positiva anche se può sembrare paradossale che mentre l’economia va a rotoli le Borse crescano”, sottolineano gli esperti, spiegando che questa dicotomia ha preso forma grazie all’enorme sostegno monetario e fiscale messo in campo da tutti i paesi. I prezzi stanno scontando prospettive di una graduale ripresa dell’attività economica guidata dalla diffusione dei vaccini nel corso nel prossimo anno. Il 2020 è stato un anno straordinario anche per le azioni farmaceutiche e tecnologiche con l’indice Nasdaq che ha chiuso con un guadagno del 43,64%.