Turismo: Istat, presenze dimezzate negli esercizi ricettivi nei 9 mesi 2020. A forte rischio stagione invernale
La pandemia ha duramente investito il settore del turismo. Secondo la fotografia scattata dall’Istat e contenuta nel report “Movimento turistico in Italia“, i dati provvisori del nostro Paese, relativi ai primi nove mesi del 2020, sono in linea con il trend europeo (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno) ed evidenziano l’entità della crisi del turismo nazionale generata dall’emergenza sanitaria, dopo anni di crescita costante del settore. Numeri che stridono ancora di più se messi a confronto con quelli del 2019. L’anno passato era stato, infatti, archiviato con record dei flussi turistici negli esercizi ricettivi italiani, con 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze e una crescita, rispettivamente, del 2,6% e dell’1,8% in confronto con l’anno precedente.
E dopo la buona partenza a gennaio è scoppiato il Covid-19 che ha messo in ginocchio il settore. In particolare, ricorda l’Istat, nei mesi del lockdown (soprattutto nel clou delle misure restrittive e quindi dall’11 marzo al 4 maggio) la domanda quasi si azzera e le presenze nelle strutture ricettive sono appena il 9% di quelle registrate nello stesso periodo del 2019. Pressoché assente gli stranieri (-98% sia ad aprile sia a maggio). Complessivamente nei mesi del lockdown, la variazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è pari a -91% con una perdita di quasi 74 milioni di presenze, di cui 43,4 milioni di clienti stranieri e 30,3 milioni di italiani. Nei primi tre trimestri del 2020 sono diminuiti drasticamente soprattutto i viaggi svolti dagli italiani per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze (-23%). Una sorte comune: a causa della pandemia da Covid-19, in tutti i Paesi europei i flussi turistici hanno subito nel 2020 un profondo shock.
A forte rischio la stagione invernale
E se i mesi estivi sono stati quelli del ‘recupero parziale’, in particolare agosto, con una ripresa decisamente più robusta per la componente domestica nazionale il finale d’anno si preannuncia in salita. Nel report odierno l’Istat rimarca che le limitazioni agli spostamenti sul territorio, alle attività commerciali e di ristorazione e all’apertura degli impianti sciistici stabilite dai decreti dei mesi di ottobre, novembre e dicembre stanno, infatti, provocando un nuovo forte impatto negativo sui flussi turistici dell’ultimo trimestre dell’anno, soprattutto nei comuni a vocazione montana e nelle grandi città, che assorbono gran parte del turismo invernale.