Idrogeno, banche e Mid&small cap: si candidano a essere i 3 motori di Piazza Affari nel 2021
“Cosa mettere in portafoglio nel 2021“. E’ questo l’oggetto del ‘global macro review 2020 e outlook 2021’ a cura del team di asset management e consulenza di Gamma Capital Markets. “I portafogli – dicono gli esperti – avranno una componente di difesa, con una parte di cash in alcuni momenti e oro hedgiato e obbligazioni inflation link e float e fondi alternativi low volatility, una parte con un po’ più di rischio con obbligazioni high yield e mercati emergenti e una parte di attacco con azioni legate ai megatrend tecnologici, demografici e climatici”.
Guardando in particolar modo all’Italia, la proiezione del Pil per l’anno in corso è leggermente migliorativa rispetto a quanto emerso dalle primissime stime realizzate della Banca centrale europea (Bce) nel corso delle fasi più “dure” di questo 2020 e si assesterà probabilmente ad una contrazione dell’ordine dell’8,8% su base annua. Alla luce di questi dati è possibile stimare l’evoluzione dei rapporti Debito Pubblico/Pil e Deficit/Pil, stimati rispettivamente al 161,9% e 10,4%.
Idrogeno, tra i motori di Piazza Affari nel nuovo anno
Si arriverà o no in area 25mila? Questo il quesito che si pongono in tanti per il 2021, guardando a Piazza Affari. L’Italia riuscirà a sfruttare i soldi dell’Unione europea per poter rilanciare l’economia interna e portare i cambiamenti strutturali necessari per rilanciare il paese nel lungo periodo? Difficile dirlo ma analizzare i tre motori della Borsa di Milano, secondo l’analisi di Gamma Capital Markets, può essere utile per capire dove siamo e dove potremo tendere. I tre punti in questione sono il settore energetico, con Eni in primis; quello bancario; e infine le Mid e small cap, che rappresentano il vero motore dell’Italia e restano possibili prede di investitori esteri (soprattutto americani e cinesi).
Gli esperti si soffermano sul potenziale del’idrogeno di cui si parla sempre più nell’ultimo periodo. E ricordano in particolare che l’idrogeno è una fonte di energia sostenibile, che avrà un ruolo chiave nel raggiungere l’ambizioso obiettivo del 95% di decarbonizzazione entro il 2050, poiché può essere generato a partire da energia rinnovabile e quindi trasportato, immagazzinato e utilizzato come un gas.
Secondo i calcoli di Bloomberg, il costo di stoccaggio dell’idrogeno è di dieci volte inferiore rispetto alle batterie (circa 20 dollari a megawatt/ora contro 200 dollari/MWh). Per farsi un’idea, un kg di questo gas alimenta un’automobile a cella combustibile per 130 chilometri, riscalda un’abitazione per due giorni e serve per produrre 9 kg di acciaio a partire dal ferro grezzo. È importante non sottovalutare l’opportunità offerta dall’idrogeno di riutilizzare le infrastrutture del gas esistenti, soprattutto in un momento in cui è particolarmente importante evitare lo spreco di risorse preziose.
All’interno dell’Unione Europea, la decisione senza precedenti di stanziare centinaia di miliardi di euro per una ripresa sostenibile ha creato prospettive ancora più favorevoli per l’idrogeno. Di recente, il gruppo di consulenza Wood Mackenzie ha corretto al rialzo le sue stime sulla futura capacità dell’idrogeno verde. La capacità totale dei progetti di idrogeno verde annunciati, che diventeranno operativi entro il 2025, è di 3,2 GW, pari a circa 12 volte la capacità totale installata nel periodo 2010-2020.
“I progetti sull’idrogeno sono sempre più ambiziosi, sia dal punto di vista della portata che delle dimensioni,
e sono già numerosi quelli destinati alla produzione su larga scala”, sottolinea il team di Gamma ricordando però che nella pratica bisogna ancora raggiungere una produzione sufficiente di idrogeno pulito. Questa sarà, proseguono, la sfida principale che l’industria dell’idrogeno dovrà affrontare nei prossimi anni. Le decisioni finali di investimento (FID) saranno prese dopo aver ottenuto sufficienti garanzie circa la sostenibilità finanziaria dei progetti sul lungo termine In merito alle banche, il mutato scenario, i cui contorni sono stati delineati anche dall’emergenza Covid, ha generato la necessità di nuove aggregazioni.
Andamento settore Star è stato simile a quello dell’S&P500
Il settore Mid e small Cap rimane quello a più alte potenzialità ed anche a più alta volatilità. L’andamento del settore Star è stato simile a quello dell’S&P500 quindi le potenzialità rimangono importanti, soprattutto perché nei prossimi anni, vi sarà la possibilità che il settore Pir venga ulteriormente rilanciato. Sempre per gli esperti di Gamma Capital Markets, l’uso di ETF o fondi specializzati rimane il modo migliore per essere diversificati.