Riforma Mes, intesa governo c’è. Ma alta tensione Conte-Renzi, Bellanova: no a task force Recovery Fund
La maggioranza di governo ha trovato l’intesa sulla riforma del Mes: un compromesso sulla risoluzione è stato raggiunto nella giornata di ieri tra il Pd, il M5S e Leu. Stando a quanto riporta il Sole 24 Ore, nella risoluzione la maggioranza impegna il governo a «finalizzare l’accordo politico raggiunto all’Eurogruppo e all’ordine del giorno dell’Eurosummit sulla riforma del trattato del Mes» ma anche «a ribadire che questa riforma non può considerarsi conclusiva, vista la logica di pacchetto già ribadita dal Parlamento, proprio alla luce delle ultime scelte realizzate in seno alla Ue che descrivono una nuova stagione di necessarie modifiche», nonché a «sostenere la profonda modifica del patto di stabilità e crescita prima della sua reintroduzione, e la realizzazione dell’Edis», ossia il sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari”. La risoluzione non è stata votata però da Italia Viva.
Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si presenterà in Parlamento per le comunicazioni in vista del consiglio europeo che si terrà giovedì. Conte parlerà alle ore 9 alla Camera e alle 16 al Senato.
Rimane alta la tensione tra Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che rimane assolutamente contrario all’idea della task force per il Recovery Fund.
Così Teresa Bellanova, ministra dell’Agricoltura e capo delegazione di Italia Viva, in un’intervista rilasciata a La Repubblica:
“Conte va avanti se non governa contro il Parlamento: non siamo una repubblica fondata sui Dpcm né sulle task force”.
Se la norma sulla task force (per la gestione dei fondi del Recovery Fund) “dovesse passare così com’è, si darebbe il via libera ad una sorta di esautoramento delle funzioni e del ruolo dello Stato – ha spiegato Bellanova -Il testo, inviato nella notte tra domenica e lunedì e illustrato lunedì mattina, commissaria i ministeri, la pubblica amministrazione, le Regioni. Assegnando rilevanti poteri sostitutivi a sei responsabili di missione, che verrebbero scelti esclusivamente sulla base di conoscenza personale, e a trecento altri tecnici individuati con lo stesso metodo, liberi peraltro da quelle responsabilità che costituzionalmente sono in capo alla pubblica amministrazione. Aggiungo che il premier non può dire ‘ce la chiede l’Europa’ e poi essere smentito dalla stessa Ue: così si diventa inaffidabili”.
E ancora: “Non abbiamo fatto sconti a Salvini, non facciamo sconti ad altri. Temiamo che si stia deteriorando la qualità della democrazia. Non siamo una repubblica fondata né sui Dpcm né sulle task force, di cui peraltro si è perduta memoria, e che rispondono a chi le fa. L’attuazione del Recovery non è un fatto privato”, ha detto ancora la ministra. Bellanova ha anche sottolineato che “non abbiamo firmato la risoluzione di maggioranza perché prima vogliamo sentire se Conte nel suo intervento alle Camere, rispetta i patti sul Mes”.