Chiusura Borsa Italiana: Unicredit la peggiore del Ftse Mib, annaspano anche Poste e Mediobanca
Inciampa Piazza Affari nell’ultima seduta del mese di novembre. L’indice Ftse Mib, reduce da quattro settimane in forte rialzo che hanno portato a un balzo mensile record del 23%, ha chiuso la giornata in calo dell’1,30% in area 22.060 punti complici le vendite che stanno colpendo oggi Wall Street. Affiorano sui mercati delle prese di beneficio dopo i rialzi record di novembre. Il Black Friday ha segnato un crollo del 52% delle vendite nei negozi fisici compensato solo in parte dal +21,6% degli acquisti online.
In attesa dei responsi della due giorni di meeting Opec/Opec+, il prezzo del petrolio è sceso con decisione e hanno pagato dazio i titoli oil con Eni scivolata indietro di oltre il 3%, così come Tenaris.
Protagonista in negativo è stata anche Unicredit, arrivata a cedere quasi il 5% complice l’emergere di tensioni sul fronte governance. Stando a quanto riferito da vari organi stampa, stanno emergendo divisioni crescenti all’interno del cda sulla strategia da portare avanti nel prossimo futuro soprattutto sul fronte M&A. Sarebbe in bilico la posizione del ceo Jean Pierre Mustier, da sempre contrario a ogni scenario di aggregazione.
In generale si sono mosse in calo anche le altre banche: -3,04% Bper e -0,99% Intesa Sanpaolo.
Giornata no tra i finanziari anche per Mediobanca (-3,31%) e Poste (-2,9%).
Tra i titoli a schivare le vendite invece spicca Pirelli (+3,57% a 4,50 euro) che si giova della promozione arrivata dagli analisti di Intesa Sanpaolo che hanno alzato la raccomandazione da “add” a “buy” con un obiettivo di prezzo salito a 5,4 euro per azione. La nuova valutazione implica un potenziale upside del 20% circa rispetto ai prezzi attuali.
Segno più anche per Diasorin (+2,2%) e Prysmian (+1,97%).