Borsa Tokyo +0,40%. Prevalenza di acquisti in Asia dopo dato macro Cina. Focus su petrolio
Borse asiatiche prevalentemente positive, dopo la pubblicazione dell’ottimo dato relativo ai profitti industriali della Cina, che hanno accelerato il passo in modo significativo. Nel mese di ottobre, i profitti industriali della Cina sono saliti su base annua del 28,2%, rispetto al precedente rialzo del 10,1%.
Dall’inizio dell’anno, ovvero nel periodo compreso tra gennaio e ottobre, il trend è stato di una crescita dello 0,7% su base annua, la prima del 2020.
La borsa di Shanghai sale dello 0,32%, Hong Kong +0,12%, Sidney -0,53%, Seoul +0,29%. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,40% a 26.644,71 punti.
Prezzi del petrolio sotto pressione, in vista della riunione dell’Opec +, che inizierà ufficialmente la prossima settimana, e per lo smorzarsi del rally da vaccino.
Sia il contratto WTI che il Brent hanno guadagnato il 6% questa settimana, accogliendo con favore l’annuncio arrivato da Astrazeneca sul vaccino a cui sta lavorando con l’università di Oxford: il vaccino anti-Covid-19 avrebbe un’efficacia media del 70%, in alcuni casi fino al 90%.
Dubbi sul vaccino sono stati manifestati però, in particolare, negli Stati Uniti, in particolare dalla stessa amministrazione Trump, con il responsabile della Operation Warp Speed della Casa Bianca, Moncef Slaoui, che ha espresso preoccupazioni riguardo al gruppo testato da Astrazeneca.
Il 90% dell’efficacia del vaccino, ha detto, è stato dimostrato infatti solo nel gruppo a più basso rischio, a cui hanno partecipato 2.741 persone con una età inferiore ai 55 anni.
L’efficacia decisamente minore, pari al 62%, ha riguardato invece un gruppo molto più numeroso, di 8.895 persone.
Al momento, il contratto sul petrolio WTI scende dell’1,84% a 44,87 al barile, mentre il Brent fa -0,25% a $47,68 al barile.
Lo scorso aprile, dopo giorni di negoziati, l’Opec + ha raggiunto un accordo per lanciare il taglio all’offerta di oil più grande della storia, pari a -9,7 milioni di barili al giorno, a partire dal 1° maggio.
Il taglio è stato poi ridotto ad agosto a 7,7 milioni di barili al giorno.
Gli analisti di Goldman Sachs hanno diramato una nota, qualche giorno fa, in cui affermano di prevedere, in caso di estensione dei tagli alla produzione, prezzi del Brent in media a $47 al barile.
Goldman ha detto anche di credere che l’Opec + aspetterà tre mesi circa, prima di innalzare l’offerta di 2 milioni di barili al giorno a partire dal mese di gennaio, come precedentemente pianificato, in quanto il taglio dell’output sarebbe “nel breve termine l’azione migliore”.