Rete 5G? Grandi opportunità e potenzialità, ma solo un’impresa su cinque si è attivata
Il 5G apre grandi opportunità per imprese, PA e cittadini, ma il mercato è ancora agli albori e la maggior parte delle imprese mostra una scarsa consapevolezza sul tema: appena il 24% delle aziende end user – le utilizzatrici finali dei servizi abilitati dal 5G – e il 28% delle imprese ICT hanno una solida conoscenza delle caratteristiche tecnologiche e delle potenzialità delle nuove reti. A fare il punto su questo settore la ricerca dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano presentata oggi durante il convegno online “5G: un ecosistema da costruire“.
Diversi, senza dubbi, i vantaggi del 5G, sbarcato in Italia dalla scorsa estate: ha il merito di abilitare un numero elevato di applicazioni e nuovi servizi ad alta velocità, promette maggior velocità di accesso alla rete riducendo i problemi di latenza e aumentando il numero di dispositivi connessi con bassi consumi, consente di trasformare la rete in una piattaforma programmabile con servizi cloud distribuiti e di creare reti virtuali specializzate dedicate alle singole applicazioni.
Lato imprese, le opportunità delle reti 5G non sono ancora comprese. E un numero chiarisce la situazione: da un sondaggio condotto dall’Osservatorio su 328 aziende end user e 222 imprese ICT emerge che l’80% delle aziende che in futuro utilizzeranno i servizi abilitati da questa tecnologia non ne conosce o non ne vede, al momento, i vantaggi. Più nel dettaglio, il 41% è incerto, ne percepisce l’impatto ma non sa se la propria realtà sarà coinvolta; il 26% non conosce il tema e non è consapevole delle implicazioni di business del 5G; il 5% è scettico, conosce l’argomento ma pensa che non porterà un reale valore; l’8% è disinteressato, potrebbe essere un’opportunità per altre realtà ma non per la propria. Del restante 20%, solo l’1% si sente già un esperto conoscitore del 5G mentre il 19% ha avviato progetti o sta iniziando ad approcciare il tema.
“Le nuove reti 5G rappresentano una discontinuità netta con le generazioni precedenti – afferma Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond -. Per la prima volta abbiamo un sistema che può lavorare su punti diversi tra loro e che consente di migliorare, in base all’applicazione, la velocità di accesso, il consumo energetico, l’affidabilità dei collegamenti e il numero di dispositivi connessi”.
E lato consumatori? Anche nel mercato consumer c’è eterogeneità di vedute, con il 25% dei consumatori italiani che ha già acquistato o ha intenzione di acquistare uno smartphone che supporta la rete 5G e il 34% che lo sta valutando. Fra gli acquirenti il 30% ha già comprato il device, il 13% sta per farlo, il 35% sta aspettando un’offerta interessante e il 22% attende di avere la copertura 5G nella propria città. Chi invece sta valutando l’acquisto è influenzato principalmente dal costo del device (32%), dalla copertura nella propria città (29%) o aspetterà rassicurazioni sulla salute (15%).
Per quanto riguarda le applicazioni del 5G dall ricerca emerge che sono 122 le sperimentazioni condotte in Italia. Le più diffuse sono legate al monitoraggio da remoto (35%), utilizzate soprattutto in ambito smart city, ad esempio con sistemi di gestione della mobilità, smart parking, illuminazione intelligente e cestini intelligenti per la raccolta dei rifiuti, e in agricoltura, per tenere sotto controllo le coltivazioni e ricevere alert in caso di situazioni anomale. Altri ambiti di applicazione sono la sanità, con l’analisi continuativa dei parametri vitali di pazienti e atleti, e la manutenzione predittiva nelle grandi infrastrutture distribuite come le ferrovie, monitorate con sensori o droni. C’è poi un secondo gruppo di sperimentazioni, certamente più numeroso, che riguarda il miglioramento della user experience (Enhanced Experience, 20%), con applicazioni nei settori: media, ad esempio servizi giornalistici in 4K e spettacoli in realtà virtuale; turismo, con l’uso della realtà aumentata per riprodurre siti e monumenti storici; istruzione, permettendo ad esempio ad uno studente di medicina di interagire con un paziente virtuale.
Da opportunità a condizione esseliziale. “L’emergenza Covid19 dimostra come queste soluzioni non siano più solo un’opportunità da cogliere per migliorare, ma una condizione essenziale per poter operare e non dover interrompere il proprio business in contesti di crisi – afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio 5G & Beyond -. Non poter intervenire tempestivamente su un macchinario fermo danneggia l’azienda utilizzatrice, ma anche quella che ne cura la manutenzione, che non può effettuare il proprio lavoro. E una situazione di lockdown, come quella vissuta in primavera e in parte ancora in corso, ci ha insegnato che investire sul commissioning di un macchinario da remoto significa non paralizzare la vendita dell’impianto, e non interrompere i flussi finanziari in ingresso”.
5G: un giro d’affari da 31 trilioni di dollari entro il 2030
31 trilioni di dollari. Questo il giro d’affari che il 5G, ovvero la quinta generazione della telefonia mobile, potrebbe generare entro il 2030 con la sola domanda dei consumatori. Una cifra che emerge, invece, dall’ultimo rapporto elaborato da Ericsson ConsumerLab, secondo cui i fornitori di servizi di comunicazione da soli potrebbero guadagnare 3,7 trilioni di dollari, una cifra che potrebbe aumentare ulteriormente con l’emergere di nuove opportunità di servizi digitali adiacenti, come il cloud gaming o le applicazioni di realtà aumentata, che potrebbero estendersi ad altre aree come lo shopping e l’istruzione a distanza.