Industria: si interrompe la crescita della produzione, pessimo segnale per i prossimi mesi
Dopo quattro mesi di crescita, la produzione dell’industria italiana torna a contrarsi. Un segnale preoccupante alla luce delle nuove misure restrittive adottate a livello nazionale e regionale per contenere il contagio di coronavirus, che potrebbero far peggiorare la situazione nei prossimi mesi.
Secondo i dati Istat diffusi oggi, la produzione industriale ha evidenziato a settembre un calo del 5,6% rispetto ad agosto, facendo perggio del previsto. Gli analisti infatti avevano messo in conto un ribasso del 2%. Rispetto a febbraio, mese immediatamente precedente l’esplosione della crisi Covid, il livello è inferiore di circa il 4% mentre, in termini tendenziali (rispetto quindi a settembre 2019) l’indice corretto per gli effetti di calendario è più basso del 5,1% (contro attese ferme a -1,7%). Riduzioni tendenziali particolarmente ampie, precisa l’Istat, riguardano le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori e quelle petrolifere. In controtendenza solo il comparto estrattivo, la fornitura di energia e le altre industrie manifatturiere.
E così l’ottimo rimbalzo dei mesi estivi, grazie al quale si erano recuperati i valori pre-Covid, sembra essere già finito. “Insomma, smaltiti questa estate gli ordini arretrati, la produzione arranca nuovamente – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Un segnale pessimo, per non dire drammatico, considerato che ora l’Italia è già riprecipitata in un nuovo lockdown che rende questi valori, già orrendi, appartenenti ad una precedente era geologica”.
Preoccupa in particolare il tonfo dei beni di consumo, che scendono sia a livello congiunturale (-4,8%) che tendenziale (-5,7%), dato che riflette la scarsa propensione alla spesa da parte delle famiglie e rischia di avere effetti disastrosi sui consumi, soprattutto in vista del Natale. “I dati sulla produzione industriale di settembre, per quanto negativi, sono purtroppo destinati a peggiorare come conseguenza delle ultime misure anti-Covid adottate a livello nazionale e regionale, e crediamo che nemmeno il Natale questa volta possa salvare il comparto, con inevitabili effetti a cascata sull’economia nazionale”, commenta Carlo Rienzi, presidente di Codacons.