Aste immobiliari: il Covid congela le pratiche e l’offerta crolla del 25%, ma domanda schizza . Ecco quanto si può risparmiare
Se il mercato immobiliare tradizionale inizia adesso a far intravedere i primissimi segni di sofferenza a causa del Covid-19, quello delle aste ha subito un contraccolpo immediato a causa del congelamento di tutte le pratiche nei mesi da marzo a luglio. L’effetto coronavirus sul mercato delle aste immobiliari in Italia è dunque visibile sulla sensibile riduzione dell’offerta, scesa in un anno del 25%, stando all’Osservatorio annuale di Immobiliare.it. Nulla però ha fermato il crescere dell’interesse verso questo tipo di immobili da parte di chi cerca casa tanto che, rispetto al 2019, le richieste medie per gli annunci in asta risultano in aumento del 71%.
In un mercato percepito come più accessibile a tutti, gioca un ruolo importante la possibilità di risparmio offerta da questo tipo di acquisto: dall’analisi emerge che mediamente in Italia il prezzo base d’asta è più basso del 57% rispetto ai valori a libero mercato. Ma ci sono regioni dove questa percentuale supera il 60%, come il Veneto o il Trentino Alto Adige.
L’interesse è cresciuto di più in Piemonte e in Veneto, in cui è più che raddoppiato. Anche in Lombardia e in Toscana gli utenti si sono mostrati più interessati alle aste, con un incremento delle richieste medie di oltre l’85% rispetto al 2019.
Il mercato nelle grandi città
Fra le grandi città, Milano, Roma e Torino sono quelle in cui si registra l’offerta maggiore di immobili all’asta ed è Milano a offrire le migliori opportunità di risparmio, con uno sconto medio tra prezzo base d’asta e valori a libero mercato pari al 66%.