Risparmio: italiani in cerca di tranquillità accumulano liquidità e mettono da parte
Italiani da una parte più sereni e fiduciosi rispetto alla propria situazione economica ma dall’altra preoccupati circa i destini del Paese e del mondo, che induce molta cautela sia nel consumo, che nell’investimento. Così emerge dalla 20esima edizione dell’indagine realizzata da Acri con Ipsos in occasione della 96ª Giornata Mondiale del Risparmio secondo cui una quota significativa di italiani, seppur minoritaria, sta velocemente riducendo la propria capacità di resistere alle difficoltà, mentre altri la stanno migliorando.
L’indagine di Acri Ipsos
Ancora in crescita la percentuale di italiani che si identifica con chi risparmia senza troppe rinunce (58%), e che guarda con soddisfazione agli ultimi 12 mesi, periodo durante il quale è accresciuto il proprio accantonamento di riserve. Questo accumulo consente, a un numero crescente di italiani, di mettersi al riparo da spese impreviste: l’82% non avrebbe problemi a far fronte, con mezzi propri, a spese impreviste pari a € 1.000 e il 42% qualora queste spese fossero pari a € 10.000, dato in crescita di 8 punti percentuali rispetto a 3 anni fa. L’accumulo di liquidità rassicura il 46% degli italiani, e questo, d’altra parte, induce ad associare al risparmio un senso di sacrificio (21%) in misura più contenuta rispetto al recente passato (30%).
Il risparmio, come già in passato, significa accumulo di liquidità per il 63% degli italiani, sebbene si osservi un progressivo crescente orientamento verso l’investimento di almeno una piccola parte del proprio denaro, privilegiando gli immobili (33%) o strumenti finanziari meno rischiosi (29%).
Dall’indagine inoltre emerge come, alla base delle scelte d’investimento, prenda sempre più spazio la solidità del soggetto proponente (21%, +2% rispetto al 2019) e cresca l’attenzione a voler investire in modo finalizzato, con scelte che siano di sostegno allo sviluppo del Paese (17%, +2% rispetto al 2019), o che pongano al centro l’attenzione dall’impatto sociale e ambientale (22%).
Il risparmio tra presente e futuro
Se il prossimo futuro non genera forti preoccupazioni, pensare a un orizzonte temporale di 10 o addirittura 20 anni preoccupa e addirittura intimorisce il 57% degli italiani. Le due grandi incognite che attanagliano gli italiani sono economia (basse prospettive per i giovani, lavoro instabile e mancanza di risparmi cumulati su cui contare) e salute. Il 35% degli italiani risparmia senza pianificazione o precise finalità, mentre il 65% risparmia avendo in mente progetti ed esigenze future (38% esigenze immediate, 33% medio termine, 28% lungo termine).
Nella ricostruzioni post Covid, le priorità su cui puntare sono da una parte fornire migliori opportunità di lavoro ai giovani (importante per il 54%) e realizzare un sistema sanitario adeguato (48%). Più in generale, la ricostruzione “post Covid” dovrà tenere conto di due istanze importanti, che coinvolgono la guida e l’amministrazione dello Stato, i cittadini, le imprese: perseguire con convinzione un sentiero di sviluppo sostenibile e offrire formazione soprattutto ai giovani, per contrastare la povertà educativa. In questo contesto i corpi intermedi (76%), e in particolare le associazioni di volontariato (86%), possono offrire un contributo importante e utile di conoscenza e di capacità di incanalare le azioni nel modo più efficiente.