Turismo in crisi: nuovo allarme da conflitto, 8 italiani su 10 non partiranno o ridurranno spesa quest’estate
Gli effetti del conflitto Russia-Ucraina e il caro energia si stanno facendo sentire sul piano reale dell’economia. Gli italiani hanno dovuto “tirare il freno a mano” sulle spese soprattutto per il settore della cultura e della filiera turistica, che ancora scontano le conseguenze della pandemia.
Per il turismo, sulla base dei dati Radar SWG e dall’Osservatorio di Confturismo-Confcommercio di marzo, i circa 60 milioni di arrivi e 160 milioni di presenze in Italia che nel 2021 continuano a mancare all’appello rispetto al 2019, uniti agli oltre 22 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero, confermano la crisi che ancora vive il settore che ha davanti prospettive ancora meno incoraggianti: tra i primi consumi tagliati ci sono, infatti, la ristorazione, le vacanze e la cultura, in cui almeno il 60% degli intervistati dichiara di avere già modificato le proprie abitudini di acquisto.
Il primo dato allarmante si registra per Pasqua, con quasi 8 milioni di italiani intenzionati a partire di cui solo 4 milioni hanno già concretamente programmato. Anche le scelte di viaggio fanno capire come sia critica la situazione: spostamenti brevi e di corta durata e all’interno della regione di residenza per la metà dei vacanzieri; probabilmente un solo pernottamento e spesa nell’ordine dei 200 euro a persona tutto incluso, mentre solo il 6% opterà per mete estere, contro il 13% del 2019.
Per la spesa, 4 intervistati su 10 dichiarano che si attesteranno sui livelli dello scorso anno, mentre 2 su 10 spenderanno addirittura tra il 10% e il 25% in meno. Anche in vista dell’estate il quadro non sembra essere roseo: 8 intervistati su 10 dichiarano che o rinunceranno a partire o ridurranno i giorni e le spese delle vacanze.
Commentando i dati dell’Osservatorio Confturismo e Radar Swg, il presidente di Confcommercio ha sottolineato che “le famiglie italiane hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. E proprio turismo e cultura risentiranno di più degli effetti del conflitto in Ucraina e del caro energia”.
“Occorre – ha osservato Sangalli – un’operazione fiducia per le imprese attraverso l’aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Ma occorre farlo subito perché il sistema imprenditoriale non può reggere una situazione di crisi continua”.