Fiducia imprese migliora, ma diminuisce tra i consumatori. Allarme sui consumi in vista del Natale
Il clima di fiducia in Italia è contrastato a ottobre di fronte a una più preoccupante evoluzione della pandemia da coronavirus. Se da una parte continua a migliorare la fiducia delle imprese, seppur a un ritmo più moderato, dall’altra la fiducia dei consumatori diminuisce, lanciato un pessimo segnale per i consumi, in vista del Natale.
Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, l’indice del clima di fiducia delle imprese sale a ottobre da 91,3 a 92,9 punti, proseguendo il recupero, seppure in maniera più moderata, per il quinto mese consecutivo. Il miglioramento riguarda l’industria e il commercio al dettaglio, mentre si osserva un ripiegamento nei servizi di mercato, soprattutto a causa dell’andamento dei servizi turistici. I livelli raggiunti dagli indici evidenziano che il recupero, rispetto ai livelli precedenti l’emergenza sanitaria, è completo solo per il settore delle costruzioni, che a ottobre registra un valore leggermente superiore a quello dello scorso febbraio.
Tuttavia, l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende da 103,3 a 102 punti, con un diffuso e marcato peggioramento delle opinioni relative alla situazione economica generale e alla tendenza della disoccupazione. Meno negative risultano le valutazioni sulla situazione personale.
Il nuovo calo della fiducia dei consumatori è un segnale negativo per l’economia italiana. E, secondo l’Unione Nazionale Consumatori, è anche sottostimato. “Purtroppo il calo è ben superiore, visto che la rilevazione dell’Istat, per quanto riguarda i consumatori, avviene nei primi 15 giorni del mese, quindi ben prima degli ultimi Dpcm che hanno ripristinato una parziale chiusura delle attività, determinando proteste e tensioni sociali”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unc. Guardando poi alla situazione pre-Covid la fiducia si è ampiamente deteriorata. A gennaio, quindi prima dell’emergenza coronavirus, la fiducia dei consumatori era oltre i 111 punti contro gli attuali 102.
L’ulteriore calo di questo mese potrebbe impattare sui consumi delle famiglie. “Il pericolo reale è che il clima di sfiducia delle famiglie e l’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica si traducano in una contrazione delle spese legate alle festività natalizie, con una ulteriore riduzione dei consumi in un settore, quello del Natale, che solo a dicembre produce un giro d’affari per consumi pari a 110 miliardi di euro su un totale annuo di 900 miliardi di euro di consumi”, sottolinea il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.