Sul MES Zingaretti tira le orecchie a Conte. Gentiloni alza le mani: ‘Ho fatto la mia parte’
Il MES non può essere liquidato con una battuta. Il segretario del PD Nicola Zingaretti, a margine di un evento a Roma, attacca il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha snobbato l’utilizzo del MES.
“Credo che in un momento così delicato, con il coronavirus che angoscia le famiglie e milioni di italiani, bisognerebbe evitare polemiche, in politica. E scommettere sulla solidarietà delle forze politiche di maggioranza”.
Zingaretti ha continuato affermando che “un tema come il Mes va affrontato nelle sedi opportune”, in Parlamento e attraverso il “dialogo tra le forze maggioranza”. Sicuramente, “non in una battuta durante una conferenza stampa, perché questo porta uno strascico di polemiche che non è in sintonia con la volontà che abbiamo di dare punti fermi a italiani”.
Ieri, rispondendo alle domande in conferenza stampa dopo aver annunciato il Dpcm, Conte si è così espresso:
“Il Mes non è la panacea come viene rappresentato”, “il vantaggio in termini di tassi di interessi è molto contenuto” e dobbiamo compararlo “rispetto a un rischio che gli analisti colgono che è lo stigma. Sure lo hanno preso una decina di Paesi, il Mes nessuno”.
“Se avremo fabbisogno di cassa, tra gli strumenti che dovremo considerare c’è anche il Mes, altrimenti prendere il Mes per risolvere una disputa nel dibattito pubblico non ha senso”, ha continuato Conte.
Dal canto suo, ha alzato le mani l’ex presidente del Consiglio e ora commissario Ue agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, che ha detto di aver “fatto la sua parte” sul Mes, spogliando il Fondo salva stati delle condizionalità che lo avevano caratterizzato negli ultimi anni.
Il MES, ha ammonito Gentiloni, assicurerebbe all’Italia il vantaggio di risparmiare “alcune centinaia di milioni l’anno”.