CdP, F2i e fondi uniti nella partita per controllo Autostrade. Oggi cda decisivi dopo apertura Atlantia
Atlantia osservata speciale oggi più che mai, in attesa delle novità sul fronte Autostrade, ma anche dopo la notizia dell’accordo con cui il 49% del capitale di Telepass è stato ceduto a Partners Group per 1,056 miliardi di euro. Il titolo della holding della famiglia Benetton – che controlla tuttora l’88% di Autostrade per l’Italia – è schizzato stamattina fino a +4% circa a 15,19 euro, record dagli inizi di settembre, con un avvio sprint che non si spiega solo con il deal su Telepass.
Ieri il Messaggero ha riportato indiscrezioni, secondo cui il governo italiano e Atlantia potrebbero aver trovato il modo di sanare quelle divergenze che hanno mandato quasi all’aria il ‘disegno’ originario dell’esecutivo (soprattutto del M5S), di riportare Autostrade nelle mani dello Stato, attraverso la cessione della quota di controllo detenuta dai Benetton a CdP.
La svolta, secondo il quotidiano romano, sarebbe avvenuta con l’ingresso di Fi2, che avrebbe affiancato CdP nella cordata in cui sono presenti anche Blackstone e Macquarie. In particolare, secondo alcune indiscrezioni, Cassa depositi e prestiti avrebbe presentato insieme ai due fondi un’offerta di acquisizione di Aspi per un valore di 7 miliardi di euro.
Così ha scritto nelle ultime ore l’agenzia di stampa AGI: “Atlantia potrebbe concedere uno sconto sul prezzo (previsto inizialmente in una forchetta compresa tra 8 e 10 miliardi) proprio per i potenziali danni e le eventuali cause risarcitorie legate al crollo del ponte Morandi. Lo schema con cui Cdp entrerebbe nel capitale di Aspi, secondo fonti vicine al dossier, dovrebbe essere quello di una doppia holding attraverso cui Cassa avrebbe circa il 25% di Autostrade e altri investitori la restante quota. Viene menzionato anche in questo caso “l’interesse di Blackstone e Macquaire così come quello del gruppo Toto e del fondo Usa Apollo“.
Secondo indiscrezioni raccolte da Radiocor, il Cda straordinario di Cdp, che è stato convocato nel pomeriggio, “delibererà un’offerta da trasmettere ad Atlantia per l’88% di Autostrade. Sempre nel pomeriggio, a mercati chiusi, ci sarà anche il Cda di Atlantia per valutarla ed eventualmente per accettarla. Secondo Il Sole 24 Ore la cordata con Cdp sarà formata anche da Blackstone e Macquarie, mentre secondo altre fonti ci sarebbe in campo anche F2i”, precisa ancora l’agenzia Radiocor.
Le controparti (Atlantia da una parte e il governo italiano dall’altra tramite la Cassa depositi e prestiti) sono riuscite a superare la forte fase di stallo la scorsa settimana, quando Atlantia ha cercato di ricucire lo strappo, concedendo a CdP una esclusiva fino a domenica 18 ottobre (dunque ieri) per la presentazione di un’offerta per la quota di controllo. In realtà l’ultimatum è scaduto. Ma il fatto che nelle prossime ore si riuniscano sia il cda di CdP che quello di Atlantia fa pensare senza dubbio all’arrivo di novità.
Così Equita in una nota odierna:
“Secondo il Sole, CDP potrebbe presentare un’offerta non vincolante per l’88% di ASPI. L’offerta sarebbe presentata da una Newco in cui CDP avrà il 40% ed i fondi Blackstone e Macquaire il 30% a testa. Questi ultimi avrebbero bisogno di più tempo per approvare un’offerta definitiva. Il cda di Atlantia potrebbe accettare l’offerta, pur avendo richiesto un’offerta vincolante, ma non rinviare l’assemblea del 30 ottobre per approvare la scissione, che potrebbe essere annullata in un secondo momento se il CDA ritenesse l’offerta vantaggiosa. Secondo il Messaggero il fondo sovrano di Singapore GIC (che detiene una quota dell’8,3% di Atlantia) avrebbe ribadito la richiesta di cessione secondo meccanismi di mercato. Per quanto riguarda il prezzo offerto per l’88% di ASPI, il range indicato sulla stampa è fra i 9 miliardi de La Stampa ed i 7 miliardi di Repubblica, che includerebbero l’impatto delle garanzie e il prestito concesso da CDP ad Autostrade. Anche per il Messaggero l’offerta per l’88% di ASPI sarebbe di 7-7,5 miliardi, inclusivi di 2-2.5 miliardi di sconto per i rischi legali del Ponte i Genova”.
Secondo gli analisti di Equita SIM “l’accordo con CDP eliminerebbe il rischio politico, risolverebbe il problema del debito nella holding (5 miliardi) ed assicurerebbe flessibilità finanziaria ad Atlantia per asset rotation o supportare Abertis, il cui leverage rimane elevato (D/EBITDA 2021 atteso attorno 7 volte). Non ci attenderemmo il ritorno ad una dividend policy prima del 2022 (incertezza sul traffico di ADR e leverage di Abertis). Assumendo un valore per l’88% di ASPI fra 7 e 9 miliardi (come riportato dalla stampa), otterremmo una valorizzazione di Atlantia fra €17,5-20, al quale andrà applicato uno sconto holding”.