UniCredit, da Mustier ancora no a risiko. Ma accontentare Tesoro su Mps ‘faciliterebbe suo piano tedesco’
UniCredit piatta in Borsa a metà giornata e all’indomani delle dichiarazioni rilasciate dal suo AD Jean-Pierre Mustier.
In occasione della conference online ‘Banking horizon Europe 2020’ organizzata da S&P Global, il numero uno della banca italiana ha ripetuto che “le fusioni non sono una panacea per UniCredit”.
“Il capitale in eccesso – ha aggiunto il ceo- verrà usato per finanziare la redistribuzione agli azionisti attraverso i dividendi e il buyback delle azioni, quando la Bce permetterà alle banche di farlo”.
Nonostante lo abbia ribadito già tante volte, Mustier non convince però del tutto i mercati.
Occhio alla nota di Banca IMI, che riporta le indiscrezioni di MF.
Il quotidiano finanziario ha scritto che una possibile integrazione con Mps – sponsorizzata dal Tesoro, pronto a cedere la sua quota di azionista di maggioranza – darebbe a UniCredit quel sostegno politico necessario a finalizzare il piano volto a separare il business italiano da quello internazionale, e quindi a quotare gli asset internazionali a Francoforte, al fine di rafforzare la base di capitale dell’istituto.
In generale, riferendosi alla febbre M&A che sta travolgendo Piazza Affari, gli analisti di Banca IMI scrivono che “UniCredit (verso cui hanno una valutazione ADD a fronte di un target price di 9,1 euro per azione) è l’unico player italiano dotato della forza necessaria a integrare MPS (rating hold)”.
Allo stesso tempo, aggiungono, “senza garanzie sulla neutralità del deal sul capitale, non ci aspettiamo alcuna mossa (che, ancora una volta, è stata smentita da Mustier)”.