Confindustria non segue ottimismo Gualtieri: ‘recupero PIL tormentato, nel 2020 fino a -11%’
Confindustria recupero tormentato nel 3° trimestre, Pil 2020 visto a oltre -10%
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha continuato ieri a diffondere una view ottimista sul recupero in atto per l’Italia. Il terzo trimestre è ormai prossimo agli sgoccioli e il numero uno di via XX Settembre, alla luce dei dati sulla produzione, si è detto confidente circa un “probabile un incremento congiunturale del Pil nel terzo trimestre a due cifre”. “Siamo fiduciosi che il graduale ritorno alla normalità possa continuare”, ha aggiunto il ministro.
Gli ultimi dati sull’economia italiana inducono invece Confindustria a confermare una maggiore cautela perlando di ‘recupero tormentato’ che nel 3° trimestre porterà il PIL a circa +9% t/t dopo il crollo nel 1° e 2° trimestre (-17,6%). Nella Congiuntura Flash, il Centro Studi di Confindustria rimarca che l’attività resta quindi compressa molto sotto i livelli pre-Covid. Nel 2020 il PIL si attesterà tra -10 e -11%. Servizi in difficoltà. Il PMI nei servizi (Purchasing Managers’ Index) ha segnalato un nuovo calo dell’attività in agosto (47,1), confermando i rischi di una lenta risalita. Il settore turistico ha subito una forte flessione nei mesi estivi (-50% di presenze, -70% le città d’arte; stime Federalberghi).
Il CSC rimarca come l’industria vada ancora sotto ritmo. La produzione a luglio ha recuperato come atteso (+7,4%), ma in agosto-settembre è prevista in media una stabilizzazione (stime CSC): ciò conduce nel 3° trimestre poco sopra il +20%, ma a -10% dai livelli pre-Covid. Il PMI in agosto (53,1) fornisce segnali positivi sulla domanda.
Tassi Btp a livelli pre-Covid, ma Italia è ancora percepita più rischiosa di altri Paesi
Il tasso sovrano in Italia si è stabilizzato a settembre viaggiando poco sotto l’1% per il Btp decennale, sui bassi valori di febbraio. Stesso andamento per lo spread dagli altri paesi dell’Eurozona. “Ciò favorisce le finanze pubbliche, ma evidenzia anche che i mercati continuano a percepire l’Italia come più rischiosa rispetto alle altre economie dell’area”, rimarca il Centro Studi di Confindustria.
In merito alla ripresa dell’area euro, Confindustria rimarca che c’è ma è incerta. Dopo la profonda recessione (-11,8% nel 2° trimestre), diffusa a tutti i paesi, i dati sul 3° trimestre mostrano segnali di ripresa dell’attività, timidi e altalenanti. Al rimbalzo del PMI a luglio è seguito un indebolimento in agosto (51,9). La fiducia è in ascesa, ma lenta, in tutti i settori. “Nell’industria la capacità produttiva resta sotto-utilizzata, nonostante il flusso di nuovi ordini”, argomenta il CSC che sottolinea anche l’incertezza sulla Brexit con il riaccendersi dei fari sui negoziati per i trattati sulle relazioni economiche con la UE dal 31 dicembre, fine del periodo transitorio, dopo la Brexit di gennaio. “Sul tavolo non ci sono ulteriori proroghe: il Regno Unito vorrebbe un accordo entro il 15 ottobre; persiste il rischio di no deal“, rimarcano gli esperti di viale dell’Astronomia.
Confindustria invita Bce agisca in fretta e con coraggio
La revisione della strategia FED, che in futuro avrà come obiettivo l’inflazione al 2% nel medio termine, non più puntualmente nel breve, è una sfida per la BCE che con la crisi da Covid-19 ha rimandato la revisione della sua strategia, che era partita a inizio 2020 con l’insediamento della Lagarde.
Il Centro Studi di Confindustria (CSC) ricorda come già a fine 2019 aveva suggerito proprio di guardare all’inflazione “in media al +2%, su un orizzonte più lungo” come mossa per aiutare l’economia, in quanto consentirebbe di rimandare un rialzo dei tassi e alimenterebbe le attese di inflazione. “Inoltre, sarebbe auspicabile un più esplicito sostegno a occupazione e crescita economica”, argomenta CSC nel report Congiuntura Flash.
“I mercati finanziari e monetari di USA e Eurozona sono molto integrati e le economie piuttosto interdipendenti. Ciò rende indispensabile che la BCE agisca in fretta e con coraggio anche sulla revisione degli obiettivi di politica monetaria nel medio termine, in chiave espansiva“, conclude Confindustria.