Finanza Notizie Italia Nuova frontiera dell’energia verde: 3 big del Ftse Mib potrebbero cavalcare l’onda dell’idrogeno verde  

Nuova frontiera dell’energia verde: 3 big del Ftse Mib potrebbero cavalcare l’onda dell’idrogeno verde  

8 Settembre 2020 14:15

“La strategia dell’UE per l’integrazione del sistema energetico e quella per l’idrogeno (entrambe adottate lo scorso luglio) rappresentano le fondamenta per un settore dell’energia più efficiente e interconnesso, orientato al duplice obiettivo di un pianeta più pulito e di un’economica più forte”. Questo l’annuncio ufficiale di qualche mese fa della Commissione europea che ha lanciato anche l’alleanza europea per l’idrogeno pulito. A distanza di qualche mese gli analisti di Mediobanca Securities si sono soffermati sul tema nel report “La nuova frontiera dell’energia (verde)”, nel quale hanno analizzato lo scenario e individuato le società quotate a Piazza Affari che potrebbero trarre vantaggio da queste nuove tendenze.

 

Strategia per l’idrogeno fondamentale per attuare il ‘Green Deal’

Approcciando questo tema, gli esperti di Mediobanca Securities hanno ricordato che la Commissione europea definisce la sua “strategia sull’idrogeno” come fondamentale per attuare con successo il Green Deal, che ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’Europa ha bisogno di qualcosa di più per ridurre le emissioni e il cosiddetto ‘idrogeno verde’ ha un forte potenziale per colmare questo divario.

 

Idrogeno verde e le implicazioni positive per le quotate

Mediobanca Securities ritiene che il potenziale contributo dell’idrogeno verde per ottenere un’economia senza emissioni di carbonio possa spingere i regolatori a iniziare a guardare all’infrastruttura del gas attraverso lenti completamente diverse, con molte potenziali ricadute positive nel medio termine per Snam e Enagas. “L’idrogeno verde – spiegano gli analisti – è il partner naturale delle energie rinnovabili, un’area in cui gli investimenti dovrebbero accelerare, e la nostra preferenza va agli sviluppatori integrati verticalmente (Enel) e agli attori nelle rinnovabili (EDPR). Da piazzetta Cuccia sostengono inoltre che lo sviluppo dell’idrogeno dovrebbe consentire uno stoccaggio efficiente basato sull’energia rinnovabile e accelerare l’integrazione tra nuovi impianti offshore e il potenziamento delle reti elettriche esistenti, con potenziali ricadute positive per Prysmian. Al contrario, aggiungono da Mediobanca, il potenziale lo sviluppo di un mercato dell’idrogeno verde dovrebbe essere considerato un potenzialmente negativo per le società petrolifere.

 

Una transizione graduale e un approccio in più fasi

La transizione graduale tracciata dalla Commissione europea e presentata in piena estate richiede un approccio in più fasi: tra il 2020 e il 2024 avverrà l’installazione di almeno 6 gigawatt di elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile nell’UE e la produzione fino a un milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile; tra il 2025 e il 2030 l’idrogeno dovrà entrare a pieno titolo del nostro sistema energetico integrato, con almeno 40 gigawatt di elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile e la produzione fino a dieci milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile nell’UE; e infine tra il 2030 e il 2050 le tecnologie basate sull’idrogeno rinnovabile dovrebbero raggiungere la maturità e trovare applicazione su larga scala in tutti i settori difficili da decarbonizzare.