Borsa Tokyo +0,47%, trend positivo in Asia dopo record Wall Street. Euro ritraccia dopo rally oltre $1,20
Borse prevalentemente positive in Asia e nell’area Asia-Pacifico, con Shanghai e Hong Kong che confermano tuttavia la cautela di fondo degli investitori, riportando una performance piatta.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è salito dello 0,47% a 23.247,15 punti. Sidney +1,84%, Seoul +0,56%.
Il trend positivo si spiega con gli ennessimi valori record testati dalla borsa Usa, con gli indici S&P 500 e Nasdaq che hanno chiuso a nuovi massimi storici. In particolare, lo S&P è salito dello 0,8% a 3.526,65 punti, mentre il Nasdaq Composite è avanzato dell’ 1,4% a 11.939,67, a un passo dal prossimo target psicologico di 12.000 punti. Bene anche il Dow Jones Industrial Average, salito di 215,61 punti, o +0,8%, a 28.645,66 punti.
Occhio, sul mercato del forex, al ritracciamento dell’euro, dopo il boom degli acquisti che ieri hanno portato la moneta unica al nuovo record in due anni sul dollaro, oltre la soglia di $1,20.
Le prese di profitto sull’euro sono scattate a seguito della pubblicazione, negli States, dell’Ism manifatturiero. Dal dato è emerso che l’attività manifatturiera degli Stati Uniti ha accelerato il passo, volando al record in quasi due anni, nel mese di agosto, grazie al balzo dei nuovi ordini.
Il Dollar Index è salito fino a 92,465 e al momento è scambiato a 92,353. L’euro-dollaro è sceso fino al di sotto della soglia a $1,19, dopo essere balzato nella sessione della vigilia al massimo intraday di $1,2014, valore più alto dal maggio del 2018. Al momento è scambiato a $1,1893, in ribasso dello 0,14%.
Il rapporto dollaro-yen recupera a JPY 106,02, dopo essere sceso fino a JPY 105,5 all’inizio della settimana.
Male il dollaro australiano dopo la conferma della recessione tecnica in cui è entrata in Australia. Le autorità hanno reso noto, infatti, che il Pil relativo al secondo trimestre dell’anno è sceso su base trimestrale del 7%, soffrendo la flessione più forte della storia, a causa della crisi innescata dalla pandemia del coronavirus.
Il dato è stato peggiore delle attese del consensus, pari a una contrazione del 6%, peggiorando rispetto al -0,3% del primo trimestre.
Su base annua, la contrazione è stata del 6,3%, peggio del -5,1% stimato dal consensus, rispetto alla crescita, nel primo trimestre, pari a +1,6% (dato rivisto al rialzo dal +1,4% precedentemente comunicato).
Il dollaro australiano scende dello 0,28% circa nei confronti del dollaro Usa, a 0,7351.