TIM e Cdp mettono prima pietra per rete unica, i dettagli dell’intesa e le prossime tappe
Fumata bianca, come da attese, al primo passo verso la rete unica. Ieri i cda di Tim e Cdp hanno dato il via libera alla firma di una lettera d’intenti finalizzata alla realizzazione del più ampio progetto di rete unica nazionale (AccessCo) attraverso la fusione tra FiberCop e Open Fiber.
Una svolta che il mercato attendeva e ha portato il titolo Telecom Italia cavalcare nelle ultime settimane l’auspicata fumata bianca sulla rete unica, risultando il best performer ad agosto con +19% circa. Oggi in avvio il titolo segna +1% circa a 0,403 euro.
Accordo Tim-Open Fiber entro marzo 2021
La nuova società sarà chiamata a portare il collegamento in fibra nelle case di tutti gli italiani con tra gli obiettivi anche l’implementazione della digitalizzazione della pubblica amministrazione e il miglioramento dei servizi sanitari.
L’accelerazione decisiva al progetto è arrivata dal governo che a seguito dell’emergenza Covid ha posto come priorità assoluta l’obiettivo di colmare il gap digitale contando anche sulle risorse messe a disposizione dal Recovery fund.
Dopo questa prima intesa, la road map vede entro marzo 2021 la messa nero su bianco dell’intesa tra Tim e Open Fiber per una fusione delle due reti. In tal senso sarà decisiva l’opera di Cdp sia sul fronte Open Fiber esercitando la prelazione sulla quota di Enel (l’altro socio di controllo). Sul fronte rete TIM, stando a quanto riportato da Repubblica, Cdp starebbe invece negoziando un’opzione con Kkr fino alla metà del suo 37,5% di FiberCop. In tal modo Cdp entrerebbe nel capitale di FiberCop in modo da avere una quota chiave della società della rete unica.
L’ad di Cdp: abbiamo fretta, ma non dipende solo da noi
I tempi per la rete unica ultraveloce non sarano comunque brevissimi. “Noi correremo, ma non dipende solo da noi”, rimarca l’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo, che conta di ultimare tutto entro due anni. “Puntiamo ad una forte accelerazione perché non è affatto banale l’integrazione delle reti e bisogna superare l’esame delle Autorità di controllo, nazionali ed europea“, afferma Palermo nell’intervista concessa a Repubblica.
Torniamo a quanto deliberato ieri dai cda di Telecom e Cdp. Stando ai termini dell’intesa, TIM deterrà almeno il 50,1% di AccessCo e attraverso un meccanismo di governance condivisa con CDPE sarà garantita l’indipendenza e la terzietà della società. A tal proposito sono previsti meccanismi di maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo.
Nella nota di TIM si legge che per definire i valori degli asset destinati a confluire in AccessCo – e le relative quote di partecipazione nella società – le parti incaricheranno valutatori terzi per avviare i relativi processi di due-diligence relativi a FiberCop e Open Fiber. Prima della fusione, è previsto che TIM conferisca in FiberCop un ulteriore ramo d’azienda che consiste nella rete primaria funzionale alle attività operative di FiberCop. Il processo di due-diligence è atteso entro la fine dell’anno nell’ottica di raggiungere un eventuale accordo di fusione non oltre il primo trimestre del 2021.
I dettagli dell’accordo di TIM con KKR e Fastweb
Sempre ieri c’è stato il nulla osta del consiglio di ammistrazione di TIM all’accordo con KKR Infrastructure e Fastweb relativo alla costituzione di FiberCop, la NewCo in cui verranno conferite la rete secondaria di TIM (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da TIM (80%) e Fastweb (20%). Anche qui il closing dell’operazione è previsto entro il primo trimestre del 2021.
Nel dettaglio, FiberCop sarà da subito dotata di un asset di rete che già oggi offre collegamenti UBB all’85% della popolazione grazie alle tecnologie FTTC e FTTH; la società proseguirà la copertura FTTH, con velocità di connessione di 1 Gbps, con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2025, il 76% delle unità immobiliari delle aree grigie e nere, corrispondenti ad una copertura del 56% delle unità immobiliari tecniche del Paese. Nelle aree bianche TIM proseguirà l’intervento di copertura UBB già in corso.
La nuova società – di cui TIM deterrà il 58%, KKR Infrastructure il 37,5% e Fastweb il 4,5% – offrirà servizi di accesso passivi della rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato. FiberCop farà leva sull’infrastruttura in fibra già posata da FlashFiber, senza duplicazione di investimenti e con la massima efficienza, promuovendo allo stesso tempo la concorrenza. TIM sarà il fornitore esclusivo per la costruzione e la manutenzione delle reti e fornirà ulteriori servizi a FiberCop che avrà una struttura snella con meno di 100 dipendenti.
TIM ha così accettato l’offerta vincolante di 1,8 miliardi di euro da parte di KKR Infrastructure, che acquisterà il 37,5% di FiberCop, sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro (equity value 4,7 miliardi di euro), mentre Fastweb avrà il 4,5% di FiberCop a seguito del conferimento del 20% attualmente detenuto in FlashFiber. Si prevede che FiberCop avrà un EBITDA di circa 0,9 miliardi di euro ed EBITDA – CAPEX positivi a partire dal 2025 e non richiederà iniezioni di capitale da parte degli azionisti.