Effetto Fed su azionario Asia, ma borsa Tokyo guarda ai problemi di casa con rumor dimissioni Abe
E’ ancora effetto Jerome Powell sull’azionario mondiale, nel Day After del grande annuncio, arrivato con il discorso di apertura del simposio di Jackson Hole, proferito dal numero uno della Federal Reserve.
I principali listini azionari asiatici sono positivi, ad eccezione della borsa di Tokyo, che non ha partecipato al miglioramento del sentiment a causa di rumor secondo cui il premier giapponese sarebbe prossimo a rassegnare le dimissioni, a causa di persistenti problemi di salute. L’annuncio potrebbe arrivare anche nella giornata di oggi.
L’indice Nikkei 225 è capitolato sulla scia dei rumor fino a -2,5%, per poi rimbalzare dell’1%, ridurre i guadagni salendo dello 0,40% circa, e tornare a cedere più dell’1%, per chiudere infine in ribasso dell’1,4% a 22.882,65 punti.
Bene invece Shanghai, in rialzo di oltre +1%, Hong Kong ancora meglio con +1,7%, Seoul +0,37%, mentre in ribasso c’è anche Sidney, che scende dello 0,82%.
Tornando alla Fed, Powell ha annunciato la politica dell’Average Inflation Targeting (AIT), ovvero del target di inflazione media, nello specifico, del 2%. Questo significa che la banca centrale Usa sarà disposta ad accettare per un periodo di tempo anche un’inflazione al di sopra del 2%, senza dover sentirsi costretta ad alzare subito i tassi sui fed funds Usa. Di conseguenza, i tassi di interesse Usa potrebbero rimanere inchiodati allo zero per un periodo più lungo di tempo.
Wall Street ha visto lo S&P 500 chiudere al nuovo livello record: l’indice è salito di 5,86 punti (+0,17%), a 3.484,60. Nessun valore di chiusura record per il Nasdaq, sceso di
39,725 points (-0.34%) a 11.625,33 punti, mentre il Dow
Jones è salito di 160,22 punti (+0,57%), a 28.492,05, ancora in calo (-0,16%) dal valore con cui ha terminato il 2019, a 28.538. Il trend dell’azionario Usa, se rapportato all’importanza dell’annuncio, non è stato dunque del tutto positivo. Tuttavia i futures sul Dow Jones stanno avanzando in questo momento di più di 210 punti. Dall’inizio della settimana, lo S&P 500 è in rialzo del 2,5%, e si avvia a chiudere la settimana migliore dallo scorso 2 luglio e la quinta consecutiva in territorio positivo, per la prima volta nel 2020. Anche il Dow Jones e il Nasdaq hanno guadagnato più del 2% su base settimanale.
Effetto Fed anche sul forex, con il dollaro che sconta la politica monetaria ancora più accomodante degli Stati Uniti, perdendo terreno nei confronti delle principali valute.
Il rapporto eur-usd sale dello 0,44% a $1,1887, la sterlina avanza dello 0,50% a $1,3266, il rapporto usd-jpy scende dello 0,34% a JPY 106,192, dopo essere capitolato fino al minimo intraday di JPY 106,11, con gli acquisti sullo yen che si sono intensificati, sulla scia delle indiscrezioni sulle imminenti dimissioni del premier Abe. Da segnalare che la valuta giapponese è considerata tra i principali asset rifugio su cui gli investitori si posizionano nei casi di avversione al rischio. Sale sul dollaro Usa anche il dollaro australiano, che avanza dello 0,50% a $0,7293.