Borse Asia contrastate: trader sull’attenti, è il giorno di Jackson Hole. Uragano Laura approdato in Louisiana, occhio al petrolio
Borse asiatiche contrastate, con la cautela dei trader, che aspettano il discorso che il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell terrà oggi, in apertura dell’evento di Jackson Hole (che avverrà via webcast). La prudenza si spiega anche con i timori sulle conseguenze dell’uragano Laura, appena approdato nel sudest della Lousiana, vicino al Texas. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,35% a 23.208,86 punti. Borsa di Shanghai in rialzo dello 0,41%, Hong Kong -0,85%, Sidney +0,18%, Seoul -0,85%.
L’arrivo di Laura, secondo le previsioni, potrebbe creare danni per 18 miliardi di dollari e interrompere l’attività delle principali raffinerie di petrolio nel Texas orientale e in Louisiana.
Ieri i prezzi del Brent hanno chiuso in calo di 22 centesimi a $45,64 al barile, mentre quelli del West Texas Intermediate crude sono saliti di appena 4 centesimi a $43,39 al barile, comunque al record degli ultimi cinque mesi. Al momento i prezzi del WTI sono piatti, con una variazione pari a -0,07% a $43,36, mentre il Brent avanza dello 0,24% a $45,72 al barile.
Il mancato rally per i timori sugli effetti che l’uragano avrà sull’offerta di petrolio si spiega con le preoccupazioni per il diffondersi della pandemia da coronavirus, che continua ad assediare il mondo.
Tra le notizie macroecomiche di rilievo, il dato sui profitti industriali pubblicato in Cina, salito a luglio su base annua del 19,6%, rispetto al +11,5% di giugno. Il dato è cresciuto per il terzo mese consecutivo, confermando la ripresa del settore manifatturiero nel paese. Il tasso di crescita di luglio è stato inoltre il più forte dal giugno del 2018.
Ancora problemi per la borsa della Nuova Zelanda, chiusa per il terzo giorno consecutivo a causa di un attacco cibernetico.
Occhio anche alla decisione della banca centrale della Corea del Sud di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0,50% e di tagliare in modo significativo le previsioni sulla crescita del Pil del paese, stimando ora una contrazione, nel 2020, dell’1,3%, decisamente più forte di quella pari a -0,2% prevista nel mese di maggio.
Tornando all’evento clou di oggi, quello di Jackson Hole, secondo alcuni analisti il discorso che il presidente della Fed Jerome Powell terrà avrà “conseguenze profonde”, in quanto inaugurerà una nuova fase in cui cambierà il modo in cui la Fed vedrà l’inflazione.
L’annuncio ipotizzato potrebbe dare il via a una nuova politica monetaria, attraverso l’introduzione, in via ufficiale, dell’Average Inflation Targeting; una politica che vedrebbe la Federal Reserve, invece di avere come obiettivo quello di portare l’inflazione, nel medio periodo, al tasso target del 2%, cercare di portare la media dell’inflazione di un determinato periodo al tasso target.
Gli analisti di Bank of America sono tuttavia scettici sull’arrivo di un annuncio di tale portata. Secondo le loro simulazioni, se annunciasse il ricorso a questo strumento, la Federal Reserve dovrebbe scegliere anche “un periodo specifico di tempo in cui l’inflazione misurata dal PCE index dovesse, in media, essere pari al 2%, prima di iniziare il processo di normalizzazione della politica monetaria (alzando i tassi)”.
E questo – si legge ancora nel report – sarebbe un problema, visto che dalle simulazioni condotte è emerso che “ciò potrebbe richiedere alla Fed di lasciare i tassi invariati…per ben 42 anni”.