Colpo a sorpresa nel cda di Tim, governo torna in pressing: rinviata a fine agosto decisione su offerta Kkr
Che per Telecom Italia si prospettava un’intensa estate, era da tempo che gli analisti lo ricordavano affrontando i numerosi dossier sul tavolo legati alla tlc italiana. Erano da tempo molti, infatti, i temi che ruotavano attorno al gruppo, come la questione rete, l’acquisto del business mobile della brasiliana Oi. E il consiglio di amministrazione convocato ieri ufficialmente per l’approvazione dei risultati semestrali avrebbe dovuto fornire qualche aggiornamento sui diversi fronti aperti.
A sparigliare le carte in tavola è arrivato il governo, che è tornato in pressing sulla rete unica. Tanto da spingere Telecom Italia a rinviare di un mese la decisione sull’offerta di Kkr su FiberCo. Il consiglio di amministrazione di Tim è stato riconvocato il prossimo 31 agosto per deliberare in modo conclusivo sul Progetto FiberCop, eventualmente aggiornato alla luce dell’esito delle nuove iniziative.
Con un colpo a sorpresa, ieri i ministri Roberto Gualtieri (Mef) e Stefano Patuanelli (Mise) hanno inviato una lettera al presidente della tlc italiana, Salvatore Rossi, nella quale chiedono sul progetto della rete all’esame del Cda di valutare “l’opportunità di valutare le modalità più adeguate per collocare l’operazione in questo più ampio contesto strategico, proseguendo, sin dalle prossime ore, le interlocuzioni con gli attori istituzionali e di mercato interessati che saranno da noi promosse“. Quello che in sostanza chiede l’esecutivo è interloquire anche con Cdp e Enel. “Nessuno stop da parte di Conte e del Governo su Tim. Anzi. È emerso il forte interesse del Governo a promuovere una rete nazionale integrata a banda ultra larga per realizzare una infrastruttura strategica del Paese”, si sono affrettati a precisare fonti dell’esecutivo vicine al dossier, riprese dalle principali agenzie stampa.
Tim rimanda i piani
E così Telecom Italia ha deciso di mettere, almeno per il momento, da parte l’offerta degli americani di Kkr. E in particolare scrive in una nota che il “consiglio di amministrazione ha preso atto con favore dei contenuti del progetto di separazione della rete secondaria (incluso l’80% detenuta da Tim in Flash Fiber) e della partnership con KKR Infrastructure e Fastweb (FiberCop) contenuti nell’offerta vincolante ricevuta da KKR Infrastructure”. L’offerta è pari a 1,8 miliardi di euro per l’acquisto da parte di KKR Infrastructure del 37,5% di FiberCop sulla base di un enterprise value di circa 7,7 miliardi di euro (equity value 4,7 miliardi di euro), mentre Fastweb avrebbe il 4,5% del capitale di FiberCop a fronte del conferimento del 20% attualmente detenuto in Flash Fiber.
Per quanto riguarda la mossa dell’esecutivo Tim ha dichiarato che il board “ha visto con grande favore l’accelerazione del progetto di Rete Unica e parteciperà con entusiasmo ai lavori che il Governo intende far partire nelle prossime ore”. In tal senso è stato dato mandato all’amministratore delegato, Luigi Gubitosi, di “interloquire con l’autorità di Governo”.
Le ultime dal brasile
Sul fronte Brasile, Tim ha ricordato che, insieme a Vivo e Claro, ha presentato un’offerta vincolante di 16,5 miliardi di Reais (2,7 miliardi di euro) per le attività mobili del Gruppo Oi. L’offerta, se accettata, darà al consorzio la qualifica di “stalking horse” nel processo di cessione che proseguirà nel corso dell’anno.
Capitolo conti
Telecom Italia ha comunicato ieri al mercato i conti del primo semestre 2020. Nel dettaglio, il gruppo guidato da Gubitosi ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un utile netto che è salito del 23% a 678 milioni di euro, mentre i ricavi da servizi si sono attestati a 7,3 miliardi (-7,4% a/a). La società ha spiegato nella nota che “il trend dei ricavi, oltre a risentire degli effetti dell’emergenza Covid, riflette la razionalizzazione del portafoglio prodotti e la maggior disciplina nei processi commerciali avviata lo scorso anno”. L’Ebitda organico si è attestato a 3,5 miliardi nel semestre (-6,9% su base annua, -6,4% nel secondo trimestre con margine al 46,1%).
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno si è ridotto di 1.697 milioni di euro da fine 2019, attestandosi a 25.971 milioni di euro (ovvero 21.095 milioni di euro su base after lease). L’equity free cash flow ha contribuito per 978 milioni di euro e la rimanente parte è attribuibile alla parziale monetizzazione della partecipazione in Inwit che ha più che bilanciato il pagamento di 316 milioni di dividendi sulle azioni ordinarie e di risparmio di Tim