Sognando città più smart e sostenibili: 40% cittadini pronto a trasferirsi in luoghi più ‘digitali’
Il sogno di città più smart e sostenibili. Questo il desiderio che accomuna i cittadini di tutto il mondo. Al momento, la vita in città non sembra, però, soddisfare le crescenti aspettative dei cittadini nell’era digitale. È quanto emerge dal nuovo report del Capgemini Research Institute dal titolo “Street Smart: Putting the citizen at the center of smart city initiatives”, al quale hanno contribuito 10.000 cittadini e oltre 300 funzionari comunali di 58 città in 10 paesi. In particolare, lo studio evidenzia come molti cittadini non siano contenti dell’attuale situazione della città in cui vivono e sono pronti a trasferirsi in una più evoluta dal punto di vista digitale. In media, il 40% dei residenti potrebbe lasciare la propria città a causa di una serie di punti di debolezza, tra cui un sentimento di delusione legato ai mancati avanzamenti in ambito digitale.
Sbloccare una vita urbana migliore
Chi vive in città dà sempre più valore alla sostenibilità. Secondo il report, i cittadini ritengono che sfide come inquinamento (42%) e mancanza di iniziative di sostenibilità (36%) siano tra le principali preoccupazioni che potrebbero spingerli a trasferirsi altrove. Tuttavia, il 42% dei funzionari comunali afferma che l’implementazione delle iniziative di sostenibilità ha subito ritardi negli ultimi tre anni, mentre il 41% sostiene che le loro città non saranno più sostenibili entro i prossimi 5-10 anni a causa della mancata adozione della tecnologia digitale.
Se da un lato le iniziative in ambito smart city possono portare a miglioramenti nei servizi urbani, il report rileva che la percezione è un elemento fondamentale e che i benefici non sono limitati solamente a risultati tangibili. I cittadini che utilizzano servizi in ambito smart city sono infatti più soddisfatti della qualità della loro vita in città, tanto che, ad esempio, il 73% dichiara di essere più soddisfatto in termini di fattori legati alla salute come la qualità dell’aria. Tuttavia, il dato scende al 56% tra coloro che non hanno utilizzato questo tipo di servizi. Più di un terzo dei cittadini (36%) è disposto a pagare di più per vivere in una città “intelligente”, cifra che aumenta tra gli intervistati più giovani e più abbienti: il 44% per i millennial, il 41% per gli appartenenti alla Generazione Z e il 43% per quelli con un reddito annuo superiore a 80.000 dollari.
Le smart city aiutano a gestire la crisi da Covid-19
C’è un altro risvolto da considerare in tema di smart city: possono aiutare ad affrontare una pandemia. Dallo studio di Capgemini emerge che mentre il mondo affronta il Covid-19, i funzionari comunali stanno usando la tecnologia per gestire alcune delle sfide legate al virus. Il 68% dei funzionari comunali ha appurato che iniziative digitali come app che collegano le persone alle strutture sanitarie o permettono di monitorare i pazienti da remoto sono di supporto nella gestione della crisi. La città di Bangalore, in India, ha convertito il suo command center in una “war room” per seguire i pazienti ed elaborare piani di contenimento utilizzando le heat map.
Ecco riassunte le aree considerate per le iniziative per le ‘città intelligenti’