Finanza Notizie Italia Mercato immobiliare nel post-Covid: dove andranno compravendite e prezzi nei prossimi mesi

Mercato immobiliare nel post-Covid: dove andranno compravendite e prezzi nei prossimi mesi

27 Luglio 2020 14:12

Neanche il Covid è riuscito a scalfire la volontà degli italiani di acquistare casa, volontà rinnovata durante e post lockdown e venuta meno solo con l’arrivo della cassa integrazione e con l’incertezza del mantenimento del posto di lavoro. È un aspetto importante questo i cui effetti molto probabilmente saranno più evidenti nella seconda parte del 2020, quando si vedrà l’efficacia delle misure messe in atto a sostegno dell’economia. Quello del mattone è un mercato che ha voglia di ripartire ma che deve fare i conti con un quadro macroeconomico ancora molto incerto che richiede un costante aggiornamento e rende difficile ogni previsione. Ma l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha comunque delineato quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi sul fronte delle compravendite e dei prezzi.

Compravendite in calo di quasi 100mila unità nel 2020
I dati sulle compravendite dei primi tre mesi del 2020 registrate dall’Agenzia delle Entrate hanno evidenziato un calo delle transazioni del 15,5%, una contrazione che, quasi certamente, si protrarrà fino alla fine dell’anno, che potrebbe chiudersi con circa 100 mila compravendite in meno rispetto al 2019. Tuttavia L’ufficio studi di Tecnocasa riscontra che “c’è movimento”, dinamismo non solo dovuto a ciò che era rimasto in sospeso causa Covid e poi ultimato alla riapertura, ma una ricerca della casa ancora viva.

Durante la pandemia c’è stata un’impennata di richieste di case con spazi esterni, dettati da un’apnea d’aria troppo lunga dovuta al confinamento domestico che ha fatto, però, riscoprire agli italiani l’importanza della casa a cui adesso si accorda maggiore attenzione rispetto al passato. Il punto cruciale sarà l’accesso al credito per potersi permettere queste abitazioni. Il mercato dei mutui decisamente favorevole consente di tentare l’acquisto migliorativo, ma bisognerà fare i conti con l’atteggiamento degli istituti di credito che pur propensi ad erogare si muoveranno con maggiore prudenza.

Prezzi stabili ma solo in alcune grandi città
Sul lato prezzi si evidenzia una certa rigidità da parte dei proprietari a ribassarli tranne nei casi in cui si ha necessità ed urgenza di vendere. Il sentiment della rete sembra orientata verso la stabilità delle quotazioni in alcune grandi città (tra queste Milano e Bologna che prima del lockdown erano in forte crescita) ed un probabile ribasso nelle città più piccole che ancora non erano uscite dalla crisi immobiliare ed i cui prezzi erano ancora in discesa.

Al momento sembrano soffrire maggiormente i centri storici delle metropoli che attiravano soprattutto gli investitori. Occorre precisare che si evidenziano aspettative diverse a seconda delle tipologie: potrebbero rivalutarsi gli immobili con spazi esterni soprattutto nelle zone che ne sono carenti e deprezzarsi le soluzioni con difetti. Ci si potrebbe aspettare una tenuta dei valori per i quartieri che hanno una maggiore concentrazione di servizi e di negozi di vicinato così come di quelle zone periferiche e dell’hinterland in grado di offrire soluzioni indipendenti a prezzi più accessibili. Anche il segmento del prestigio sembra tenere. Una differenziazione dei prezzi, infine, sarà possibile in base a come reagirà l’economia locale con conseguente impatto sull’occupazione e sui redditi.

Affitti in calo, la grande incognita di studenti e lavoratori fuori sede
Sembrerebbero esserci, invece, segnali di ribasso sui canoni di locazione in seguito all’incremento dell’offerta di immobili. Attualmente molti immobili con destinazione turistica sono stati immessi sul canale residenziale con contratti transitori in attesa di capire cosa succederà alle presenze turistiche. Ma sarà interessante anche capire come si muoveranno gli studenti universitari e i lavoratori fuori sede (la cui domanda è venuta meno nel lockdown). Resta l’incognita della domanda di locazione da parte dei trasfertisti che dipenderà dalla modalità in cui si svolgeranno le lezioni universitarie e dal prolungamento dello smart working. Altro aspetto da valutare sarà un possibile aumento della domanda da parte di chi non dovesse più essere in grado di accedere al credito per le peggiorate condizioni economiche.