Intesa Sanpaolo rilancia su UBI con 650 milioni cash, il fronte del sì all’OPS si allarga
Intesa Sanpaolo mette sul piatto ulteriori 652 milioni di euro cash per convincere i soci UBI ad aderire all’offerta partita lo scorso 6 luglio. Una mossa arrivata ieri sera dopo una giornata che ha visto rimpinguarsi il gruppo dei soci di riferimento che aderiranno all’OPS.
Al corrispettivo in azioni, pari a 1,7 azioni ordinarie di Intesa Sanpaolo di nuova emissione in esecuzione dell’aumento di capitale al servizio dell’Offerta, il cda della banca ha deciso di aggiungere un Corrispettivo in denaro pari a 0,57 euro.
Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di Intesa Sanpaolo rilevato alla chiusura del 14 febbraio 2020 (pari a 2,502 euro), il Corrispettivo unitario aumentato esprime una valorizzazione pari a 4,824 euro per ciascuna azione di UBI Banca e dunque incorpora un premio del 44,7% rispetto al prezzo dell’azione UBI Banca registrato il 14 febbraio 2020. Intesa rimarca come, in caso di adesione integrale all’Offerta, il Corrispettivo in Denaro ricevuto dagli azionisti di UBI Banca è quantificabile in circa 80 milioni di euro per le Fondazioni a sostegno delle erogazioni alle comunità locali, e a circa 310 milioni di euro per le famiglie e gli imprenditori del territorio.
Il rilancio arriva a 24 ore di distanza dall’ultimo sì che la banca aspettava all’operazione, ossia l’autorizzazione Antitrust. “Abbiamo voluto dare massima attenzione alla difficile situazione di queste comunità, anche nell’ottica di evitare effetti divisivi, seppur non intenzionali, creatisi tra stakeholder che si sono dichiarati, anche di recente, favorevoli all’Ops rispetto a chi si è detto contrario”, ha dichiarato il ceo di Intesa, Carlo Messina. “Alla base della nostra decisione – aggiunge Messina – c’è la convinzione di come un legame più forte con tutti gli azionisti di UBI renderà più solida e coesa la nuova realtà, permettendole così di affrontare meglio i nuovi scenari”.
L’aumento dell’offerta di Intesa era nell’aria con il mercato che da qualche giorno stava vedendo i due titoli Intesa e UBI trattare a un rapporto di cambio superiore a quello dell’offerta. Nel frattempo il fronte del sì all’OPS si è rimpinguato. Dopo il sì di Cattolica, che detiene l’1%, ieri si sono espressi a favore dell’operazione il Sindacato azionisti bresciano (che controlla il 7,67% % del capitale), la Fondazione Banca del Monte di Lombardia (che detiene il 3,95%) e successivamente all’annuncio del rilancio di Intesa anche la Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo (socio con il 5,9%). Complessivamene Intesa ha già dalla sua il 17,5% del capitale.