Ocse lancia alert su lavoro: disoccupazione Italia verso livelli record. Più colpiti lavoratori con bassi salari, giovani e donne
Giornata tutta in salita per l’Italia. Dopo la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte della Commissione europea, che si attende un Pil in calo di oltre l’11% nel 2020 (la crescita più bassa dell’intera dell’Ue), l’Italia è stato uno dei paesi Ocse più colpiti dalle ricadute economiche del Covid-19 sul fronte occupazionale sia in termini di occupati sia per numero minore di ore lavorate per chi è rimasto al lavoro. Tradotto in numeri: una contrazione del totale delle ore lavorate del 28% nei primi tre mesi della crisi. E’ questa la sbiadita fotografia che emerge dall’Employment outlook Ocse 2020, che mette a confronto l’Italia con gli altri Paesi dell’area.
Nonostante la serie di misure senza precedenti prese per aiutare le imprese, i lavoratori e le loro famiglie, le richieste di sussidio di disoccupazione sono aumentate del 40% tra marzo e maggio, rispetto allo stesso periodo del 2019. L’aumento del numero di persone non occupate è stato determinato principalmente dal mancato rinnovo di molti contratti a tempo determinato e dal congelamento delle assunzioni (il numero delle offerte online di lavoro è sceso del 30% tra febbraio e maggio in Italia).
Una crisi che ha colpito in modo particolare gli autonomi, i temporanei, i lavoratori con bassi salari, i giovani e le donne. “Nell’aprile 2020, in Italia, i lavoratori con i salari più alti avevano circa il 50% di probabilità in più di lavorare da casa rispetto a quelli con i salari più bassi che, al contrario, avevano il doppio delle probabilità di aver smesso di lavorare del tutto – spiega l’Ocse -. La crisi Covid-19 rischia, quindi, di aggravare le disuguaglianze già esistenti sul mercato del lavoro”.
Ocse, potrebbero essere cancellati “quattro anni di lenti miglioramenti”
Secondo le previsioni Ocse per l’Italia, la disoccupazione, che a febbraio 2020 era ancora ben al di sopra del livello pre-crisi 2008, dovrebbe raggiungere il 12,4% a fine 2020, cancellando quattro anni di lenti miglioramenti. Se la pandemia sarà tenuta sotto controllo, la disoccupazione dovrebbe, poi, scendere gradualmente all’11% entro la fine del 2021, comunque ben al di sopra del livello pre-crisi.
In questo scenario, l’organizzazione guidata da Angel Gurria sprona l’Italia ad “agire rapidamente per aiutare i propri giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, per esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani. I servizi pubblici e privati per l’impiego devono prepararsi a un aumento della domanda dei loro servizi, dotandosi degli strumenti necessari, a partire da un maggiore e migliore uso dei servizi digitali”. Programmi di formazione online e offline, continua l’Ocse, possono aiutare le persone in cerca di lavoro e i lavoratori in cassa integrazione a trovare lavoro nei settori e nelle occupazioni relativamente più richiesti e a contrastare il rischio di disoccupazione di lungo periodo. Incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro.