Notiziario Notizie Italia La mappa della crisi: il 58% dell’economia mondiale è in pericolo. I settori più al sicuro e i più minacciati

La mappa della crisi: il 58% dell’economia mondiale è in pericolo. I settori più al sicuro e i più minacciati

30 Giugno 2020 15:07

Oltre la metà dell’economia mondiale è in pericolo. Per la precisione il 58%, per un valore pari a 50 trilioni di dollari, ossia 50 mila miliardi. Il 17% delle imprese è sopraffatto dalla crisi causata dal Covid-19 mentre il 14% subisce un netto calo o forti cambiamenti nella domanda dei consumatori. Questi numeri evidenziano l’entità dello shock economico causato dalla pandemia, secondo l’analisi condotta dalla società di consulenza Simon-Kucher & Partners.

Per una valutazione della gravità e comprensione più chiara della situazione, sono stati identificati quattro scenari in cui le aziende potrebbero identificarsi durante la crisi, di fronte ai cambiamenti della domanda e alle misure di distanziamento: imprese prospere, sopraffatte, sovraccariche e minacciate.

Tra i settori più in pericolo quelli dei viaggi e trasporto e ospitalità. Tuttavia ci sono altri settori che si trovano in una condizione simile. L’industria automobilistica, la produzione, i beni di consumo non essenziali, l’industria manifatturiera, la logistica e le spedizioni, l’edilizia e il settore pubblicitario sono settori fortemente minacciati dalla crisi.

“Alcune aziende potrebbero sopravvivere qualche mese in questo stato di sospensione, ma non è certo che possano durare un anno o due” spiegano Enrico Trevisan e Francesco Fiorese, Partner di Simon-Kucher a Milano, specificando in cosa consiste lo stato di minaccia. “Le aziende minacciate devono reinventare la loro intera attività”, avvertono.

Lo scenario di speranza per l’economia globale arriva dalla farmaceutica, dalle telecomunicazioni, dai settori software, internet e media che con un valore stimato complessivamente in 9 trilioni di dollari sull’intera economia mondiale, pari all’11%, risulta fiorente. In questi contesti i problemi causati dalla pandemia non solo non hanno impedito di intercettare maggiore domanda, ma anzi hanno consentito di rivolgersi a nuovi segmenti di clientela o di mercato e di riuscire a rispondere con diverse combinazioni di prezzi e prodotti.