Banche: il 59% degli italiani si è visto addebitare commissioni impreviste
Quasi metà della popolazione mondiale (45%) è irritata o insoddisfatta quando pensa alla propria banca e questo perché poco meno di un terzo (31%) ritiene che il proprio istituto di credito stia solo provando a guadagnare altro denaro, un altro terzo (31%) pensa che non abbia a cuore gli interessi dei clienti e un quarto (26%) che la lealtà verso la banca non ripaghi, perché le migliori offerte vengono suggerite sempre ai nuovi clienti.
In Italia il 47% degli insoddisfatti verso la propria banca
Così emerge da uno studio condotto a livello globale da N26, mobile Bank secondo cui in Italia la percentuale di insoddisfatti tocca il 47%, principalmente causato dall’eccessiva complessità (29%) e dalla costante volontà, da parte delle banche, di vendere nuovi prodotti o servizi (29%). N26, ha chiesto alle persone se gli fossero mai state addebitate delle commissioni impreviste da parte della loro banca e un incredibile 69% – a livello globale – ha riferito di aver ricevuto l’addebito di una commissione di cui non era a conoscenza. Tra le più comuni ci sono le commissioni su conto corrente (38%), bancomat (38%) e carte di credito (36%). In Italia la percentuale è leggermente più bassa e tocca il 59%, ma nel nostro Paese le commissioni inattese arrivano principalmente da prelievi ATM (34%), carte di credito (30%) e chiusura del conto corrente (23%). Interrogati circa la frequenza di questi addebiti inaspettati nel corso di 12 mesi, il 52% degli italiani afferma di esserne stato vittima solo una volta, il 36% due o tre volte e il 9% quattro o cinque volte.
Lo studio di N26 rivela che alcuni Paesi sono colpiti più duramente di altri quando si tratta di spese impreviste. In Spagna e in Svizzera l’81% delle persone ha dichiarato di aver dovuto pagare queste fee, in Grecia, Lussemburgo e Austria il 75%, in Belgio e in Francia il 73%, in Portogallo il 71%, in Germania il 70% e in USA il 66%.
Andrea Isola, General Manager di N26 Italia, ha commentato così la ricerca: “Sappiamo già che le persone sono preoccupate per le loro finanze, soprattutto in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, ma è anche importante identificare quelli che sono gli ostacoli reali del fare banca e della comunicazione banca-cliente. Con la Big Banking Chat vogliamo far emergere queste frustrazioni che tutti hanno sperimentato almeno una volta approcciandosi al settore bancario, in modo da poter dare risposte concrete alle persone, aiutandole a prendere effettivamente il controllo delle proprie finanze. N26 è stata fondata sulla convinzione che il sistema bancario dovrebbe essere più semplice e più trasparente. La nostra ambizione è sempre stata quella di costruire una banca che le persone amino usare, e per noi questo significa ascoltare i clienti per identificare le loro reali esigenze”.