Consulenti ottimisti sulla ripresa: rendimenti simili al 2018 che al 2008
Tra i consulenti finanziari e professionisti della finanza si respira un certo ottimismo per la ripresa e la tenuta degli investimenti. La maggior parte di loro infatti prevede che il mercato azionario registri solo flessioni limitate durante l’anno, soprattutto per Wall Street, con una ripresa continua nel corso del secondo semestre, nonostante i significativi timori legati alla volatilità. E’ ciò che emerge dall’indagine di Natixis Investment Managers, condotta su 2.700 professionisti della finanza in 16 Paesi, tra cui 300 negli Stati Uniti.
“Con la graduale riapertura delle economie e l’allentamento delle tensioni su scala globale, i consulenti finanziari sono nel complesso ottimisti per quanto riguarda la ripresa – dichiara Antonio Bottillo, Country Head ed Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Investment Managers – Tuttavia sono ancora concentrati sulle modalità di protezione dei clienti dalla volatilità che si aspettano. La crisi ha rappresentato la tempesta perfetta per coloro che tendono a prendere decisioni di investimento su base emotiva”.
Cosa si aspettano i consulenti sui mercati azionari
I professionisti della finanza, tra cui consulenti d’investimento, gestori patrimoniali, broker/dealer e pianificatori finanziari, si aspettano che i rendimenti delle azioni Usa recuperino dalle forti perdite per chiudere l’anno in calo: del 7% per l’S&P500, meglio della flessione prevista del 7,3% per l’indice MSCI World Index. Addirittura, gli esperti americani prevedono per l’indice S&P500 un calo di appena il 3,6% a fine 2020. Le aspettative di rendimento per il 2020 sono più simili ai modesti cali registrati nel 2018 rispetto all’andamento del 2008, quando l’S&P500 lasciò sul terreno il 37% e l’MSCI il 40,33%.
Nel mercato statunitense le prospettive sono più ottimistiche, tuttavia altrove i professionisti della finanza sono notevolmente più pessimisti sull’andamento dei listini nei propri mercati: quelli di Hong Kong, Australia, Italia e Germania prevedono che l’anno si chiuderà con perdite a due cifre. In particolare, per l’indice Ftse Mib di Piazza Affari si prevede una perdita del 13,5% (nel 2018 aveva chiuso comunque peggio con un -16,2%), mentre per il tedesco Dax l’aspettativa è di chiudere il 2020 con una performance negativa del 16,6%.
Attenzione alla volatilità
La volatilità continua a rappresentare il principale rischio per la performance di portafoglio e per le prospettive di mercato. Due terzi (69%) dei professionisti su scala globale indicano nella volatilità una delle principali fonti di preoccupazione, seguita da vicino dai timori di recessione (67%). Quasi la metà (47%) individua anche l’incertezza legata agli eventi geopolitici tra i rischi per i propri portafogli. In un drastico spostamento delle preoccupazioni causate dal rischio rispetto ai sondaggi degli anni precedenti, un quinto degli intervistati (19%) ha espresso preoccupazione per i bassi rendimenti, mentre i problemi relativi alla liquidità sono stati citati dal 17% degli intervistati.
La gestione del rischio diventa più difficile
Dopo un periodo di 12 anni in cui l’S&P500 ha prodotto rendimenti medi annui di quasi il 13% e ha raggiunto livelli record a gennaio e febbraio, l’entità delle perdite causate dalla pandemia è stata rapida e sorprendente. Non importa che quasi la metà dei consulenti finanziari (47%) sia d’accordo sul fatto che i mercati fossero sopravvalutati. Il sondaggio evidenzia infatti come il 67% dei consulenti finanziari ritenga che i singoli investitori non fossero preparati a una flessione di mercato.
“La flessione di mercato – e la prevista ripresa – vale come una lezione di finanza comportamentale, anche se appresa attraverso perdite reali e obiettivi mancati – dice Dave Goodsell, Executive Director del Natixis’Center for Investor Insight – Gli investitori hanno avuto di nuovo un assaggio di come il rischio possa presentarsi ed è un momento da interpretare in maniera costruttiva. I consulenti finanziari possono mostrare il proprio valore parlando con i clienti in termini reali delle aspettative di rischio e di rendimento, aiutandoli a costruire portafogli resilienti e a tenere sotto controllo le emozioni durante le oscillazioni del mercato”.