Ripartenza Italia: le imprese più favorite e quelle più penalizzate nel post-Covid
Con la fine del lockdown si guarda alla ripartenza del paese, messo a dura prova dall’emergenza sanitaria del Covid e ci si interroga sulle conseguenze su business e il prevedibile andamento futuro dei vari settori economici delle imprese. Quali riusciranno meglio a gestire la situazione e quali invece subiranno maggiormente il nuovo contesto? Una risposta arriva dall’Osservatorio Pulse, redatto da CRIF. Una sorta di termometro della crisi e della ripartenza.
I settori Top
Dall’analisi emerge che solo un ristretto numero di comparti, individuati come Top, mostra, sia in termini di impatto finanziario sui conti sia di capacità e velocità di ripresa, una sostanziale tenuta rispetto agli effetti del Covid-19. Tra questi settori si evidenziano il farmaceutico, le telecomunicazioni, ICT e media, la chimica e la consulenza. Il numero di imprese che ricadono in questa categoria è piuttosto limitato sia in termini numerici (circa il 15% del totale) che per giro d’affari (circa l’11%). Tra le caratteristiche che li accomunano vi è un limitato impatto delle restrizioni derivanti dal lockdown nello svolgimento dell’attività economica, in quanto attività essenziali o comunque svolgibili in modalità smartworking, una domanda resiliente o addirittura in crescita in virtù della natura dei prodotti e servizi erogati, una tenuta di margini e generazione di cassa grazie al mantenimento dei volumi di produzione, una relativa stabilità del merito creditizio e una regolare operatività sotto il profilo commerciale.
I settori Upper
Seguono quindi i settori classificati come Upper, caratterizzati da un basso impatto delle restrizioni derivanti dal lockdown per le produzioni essenziali, da un favorevole trend di lungo termine della domanda e da una migliore capacità di assorbimento degli impatti negativi di breve periodo. Relativamente al profilo creditizio non presentano particolari criticità e sono regolarmente operative sotto il profilo commerciale. A questa categoria appartengono Trasporti e logistica, Alimentari, bevande e tabacco e Elettronica.
I settori Middle
I settori Middle evidenziano invece un maggior impatto delle restrizioni derivanti dal lockdown e diversi di questi settori presentano anche una forte esposizione nei confronti della domanda estera. Tutto questo porta a generare pressione su profittabilità operativa e strutture finanziarie già relativamente deboli, a una riduzione dell’operatività commerciale e allungamento dei tempi di pagamento ai fornitori. A questa categoria appartengono, tra gli altri, Commercio al dettaglio, Tessile e abbigliamento e Meccanica strumentale.
I settori Bottom
La quarta categoria comprende infine i settori Bottom, i quali subiranno prevedibilmente un forte impatto negativo a causa del Covid-19. Sono comparti che hanno fortemente risentito delle restrizioni derivanti dal lockdown ma che anche nella fase di ripartenza stanno soffrendo per via di una debole domanda a causa della nuova normalità di distanziamento sociale o della una minore propensione agli investimenti e all’acquisito di beni durevoli, strettamente connessi al clima di fiducia complessivo dei consumatori in un contesto estremamente volatile e incerto. Tipicamente in questi settori la struttura dei costi, con una forte componente di costi fissi, e l’elevata incidenza del capitale circolante gravano sul profilo finanziario e di riflesso emerge un deterioramento del merito creditizio ed una rilevante riduzione dell’operatività commerciale e allungamento dei tempi di pagamento ai fornitori. Tra questi, CRIF ha identificato il Turismo/Tempo Libero, il Commercio di autoveicoli, il Mining/Oil&Gas, l’Ingegneria civile e le costruzioni, la Meccanica/Mezzi di trasporto e i Prodotti metallici. Rispetto alla limitata concetrazione di società all’interno della categoria Top, la categoria Bottom vede la presenza di circa il 28% delle società di capitali italiane, per un giro d’affari aggregato del 24% del totale.
Le previsioni per il 2020 e 2021
Le previsioni di CRIF per i diversi settori suggeriscono che, per il 2020, nonostante un contesto di complessivo calo, la riduzione del fatturato e dei margini avverrà con una diversa grandezza, più marcata per alcuni settori quali Turismo e Tempo Libero, Mining/Oil&Gas e Commercio di Autoveicoli. Al contrario, i settori Farmaceutica, Servizi Socio Sanitari, Istruzione e PA e Agricoltura presenteranno una maggiore resilienza.
Nel 2021, il rimbalzo previsto rispetto all’anno precedente permetterà una ripresa nel fatturato e nei margini, tuttavia non sufficiente a tornare ai livelli pre-crisi. In particolare, i settori della Farmaceutica e Alimentare, Bevande e Tabacco presenteranno livelli di fatturato e redditività superiori ai dati del 2019. Al contempo, il settore del Turismo e Tempo Libero riuscirà a recuperare solo parzialmente il calo del 2020, analogamente a quanto previsto per Commercio di Autoveicoli e Mining/Oil&Gas.