Istat: PIL e consumi in picchiata nel 2020 a causa del Covid-19
Se a fine 2019, l’economia italiana presentava evidenti segnali di stagnazione, da fine febbraio 2020, il dilagare dell’epidemia di COVID-19 e i conseguenti provvedimenti di contenimento decisi dal Governo hanno determinato un impatto profondo sull’economia, alterando le scelte e le possibilità di produzione, investimento e consumo ed il funzionamento del mercato del lavoro.
Istat stima PIL in picchiata nel 2020
In questo scenario l’Istat nelle sue Prospettive per l’economia italiana, prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020 (-8,3%) e una ripresa parziale nel 2021 (+4,6%). Nell’anno corrente la caduta del Pil sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle ISP (-8,7%) e dal crollo degli investimenti (-12,5%), a fronte di una crescita dell’1,6% della spesa delle Amministrazioni pubbliche.
Il commento del Codacons
Se confermate le stime Istat sulla caduta dei consumi delle famiglie del -8,7% nel 2020, la spesa collettiva degli italiani scenderebbe nell’anno in corso di ben 60,5 miliardi di euro, con una contrazione media di -2.320 euro a famiglia. Lo afferma il Codacons, commentando le Prospettive per l’economia italiana dell’istituto di statistica. “L’emergenza coronavirus avrà un impatto devastante sui consumi degli italiani nel 2020, con una riduzione della spesa che proseguirà anche ad emergenza finita, come effetto dei minori redditi degli italiani e del generalizzato incremento di prezzi e tariffe – spiega il presidente Carlo Rienzi – Se la stima dell’Istat dovesse trovare conferma, si tratterebbe di un crollo record dei consumi pari a -60,5 miliardi di euro in Italia, con una minore spesa solo nel 2020 per circa -2.320 euro a famiglia residente”.
“E senza consumi l’economia italiana non riparte, per questo ribadiamo ancora una volta l’esigenza di incentivare la spesa delle famiglie, ribassando prezzi e tariffe ed evitando rincari da Covid che hanno come unica conseguenza quella di deprimere ulteriormente gli acquisti” – conclude Rienzi.