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Trevi ancora su di giri a Piazza Affari

5 Giugno 2020 12:31

Non si arresta la corsa di Trevi a Piazza Affari, con i titoli che sono stati stoppati in asta di volatilità con un aumento di oltre il 13% a 0,026 euro.

Ieri la società ha pubblicato una nota nella quale ha precisato che il “proprio piano industriale non prevede la cessione della divisione Soilmec, leader nella progettazione e produzione di tecnologie per l’ingegneria del sottosuolo”. Inoltre, nello stesso comunicato Trevi-Finanziaria Industriale ha affermato che “non vi sono conversazioni in essere con la società Webuild in relazione a possibili operazioni straordinarie”. Il comunicato ufficiale è arrivato dopo le indiscrezioni stampa riportate da un quotidiano finanziario che indicavano “Trevi al bivio: polo con WeBuild o cessione di asset”.

Nelle scorse sedute il titolo aveva guadagnato terreno in scia alla notizia pubblicata a fine maggio della conclusione con successo dell’aumento di capitale di quasi 151 milioni di euro, ma anche delle indicazioni contenute nei conti 2019. Nel 2019 la perdita (pari a 75,8 milioni di euro) ha mostrato un miglioramento rispetto al rosso di un anno fa pari a 143,4 milioni. In lieve crescita anche i ricavi che si sono attestati a 623,2 milioni contro i 618,1 milioni del 2018 e l’Ebitda ricorrente che è salito del 5% a 59,4 milioni.

Nel capitolo ‘evoluzione prevedibile della gestione” Trevi ha indicato che “il processo di ristrutturazione del Gruppo che ha caratterizzato gli ultimi due anni si è completato e gli effetti di tale ristrutturazione saranno sicuramente positivi sia dal punto di vista finanziario, grazie alle nuove risorse rivenienti dall’aumento di capitale unitamente al riscadenziamento dei debiti finanziari – sia dal punto di vista di una più concreta stabilità operativa che tali risorse permetteranno”. Ha inoltre indicato che nei primi quattro mesi dell’anno gli ordini acquisiti sono risultati pari a circa 200 milioni di euro, in aumento del 15% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente ed il backlog ha raggiunto i 444 milioni di euro, in aumento di circa l’1% rispetto al 2019.