Nuovo calo dei consumi, crollo delle vendite di beni non alimentari. Si salva solo l’e-commerce
L’effetto lockdown sui consumi si traduce in un nuovo crollo delle vendite al dettaglio ad aprile. Secondo dati Istat, diffusi oggi, ad aprile si è registrata una contrazione del 10,5% delle vendite al dettaglio rispetto a marzo, dovuta alla chiusura di molte attività per l’intero mese a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19. Come per marzo, a determinare il forte calo sono state le vendite dei beni non alimentari, scese del 24%, mentre quelle dei beni alimentari sono salite leggermente (+0,6%). Su base annua, la diminuzione è stata del 26,3%. Sono state ancora le vendite dei beni non alimentari a calare maggiormente (addirittura un -52,2%), mentre sono cresciute quelle dei beni alimentari (+6,1%).
Su base annua le vendite del comparto alimentare crescono sia nella grande distribuzione (+6,9%), sia nelle imprese operanti su piccole superfici (+11,2%), mentre le vendite dei beni non alimentari diminuiscono in misura consistente (rispettivamente -62,2% e -51,5%). Ma in alcuni settori le diminuzioni sono impressionanti: ad esempio per Calzature, articoli in cuoio e da viaggio si parla del -90,6%, per Mobili, articoli tessili e arredamento del -83,6%, cosi’ pure per Abbigliamento e pellicceria (-83,4%) e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-82,5%).
Nella grande distribuzione è cresciuto il divario tra gli esercizi specializzati (-76,8%), maggiormente colpiti dalla chiusura imposta dalle misure di isolamento, e gli esercizi non specializzati (-1,5%), che sono rimasti per lo più aperti. Il commercio elettronico, unica forma di vendita in crescita, ha mostrato un’accelerazione (+27,1%).
“Un crollo drammatico. Durante il lockdown le vendite non alimentari sono più che dimezzate. Se da aprile a marzo sono scese in valore del 24%, in due soli mesi, ossia da febbraio ad aprile, sono precipitate del 52,9%. Le vendite totali, scese del 10,5% sul mese precedente, in due mesi triplicano la caduta, registrando un -29,5%. Tengono, invece, gli alimentari, +1,1% nel bimestre”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Rispetto al resto d’Europa, se la caduta mensile delle vendite totali in volume, pari a -11,4%, è apparentemente in linea con la media Ue, pari a -11,1% e dell’Eurozona (-11,7%), va considerato che a marzo l’Italia aveva già registrato una riduzione congiunturale record del 21,3%, collocandosi al primo posto in Europa, segnando una diminuzione doppia nel confronto con la media Ue, pari a -10,1% (-11,1% l’Eurozona). Inoltre, rispetto alla vendite non alimentari in volume, l’Italia segna oggi un -24,5% su marzo, contro una media dell’Eurozona del 17% e dell’Ue del 14,7%.