Per le banche del Ftse Mib settimana nera, Intesa Sanpaolo unica a non scendere oggi
Piazza Affari chiude anche oggi con segno meno. Il Ftse Mib ha chiuso sotto la parità (-0,09% a 16.852 punti) con l’ottimismo iniziale che ha fatto posto a una rinnovata incertezza soprattutto legata al ritorno di tensioni tra Usa e Cina. A metà seduta a far ritracciare i mercati è stata la news rilanciata dall’agenzia Reuters che ha riferito che gli Usa vorrebbero bloccare le spedizioni dei produttori di chip globali volte a rifornire il colosso cinese Huawei Technologies.
Dal fronte macro, gli Usa hanno visto il crollo di vendite al dettaglio (-16,4%) e produzione industriale (-11,2%) nel mese di aprile. Stamattina buone indicazioni erano arrivate invece dalla Cina. Nel mese di aprile la produzione industriale è infatti salita del 3,9% su base annua, meglio rispetto al +1,5% atteso dal consensus, e in deciso recupero rispetto alla precedente flessione di marzo, pari a -1,1%.
Male anche oggi Enel (-2,09%) che completa la terza seduta consecutiva di ribassi portando a oltre -10% il saldo del’ultimo mese. Nei scorsi giorni il mercato ha guardato alle possibili mosse del fondo pensione norvegese, azionista con oltre il 2%, che ha annunciato di aver messo sotto osservazione alcune società, fra cui proprio Enel (le altre sono HP, Uniper e Vistra Energy). Obiettivo una loro possibile esclusione dal portafoglio del fondo, se non affronteranno il tema dell’utilizzo o della produzione di carbone.
Anche oggi giornata no per le banche: Unicredit con -1,13% a 6,21 euro ha toccato un nuovo minimo storico di chiusura, così come per Bper (-0,35% a 2,007 euro). I due titoli bancari sono anche i peggiori Ytd dell’indice guida milanese rispettivamente con -52 e -55%. Il calo delo 0,45% di Mediobanca porta anche quest’ultima a un saldo Ytd di oltre -50%.
Tra le altre banche close a -0,535% per Banco BPM e -0,41% UBI. Unica a strappare un timido segno più è Intesa Sanpaolo (+0,01% a 1,3838 euro).
Segno più anche per Telecom Italia (+0,75% a 0,3604 euro) che ha beneficiato del sentiment positivo sul settore tlc. Le indiscrezioni riportate dal Financial Times, secondo cui BT starebbe trattando con alcuni potenziali acquirenti, tra cui la banca australiana Macquarie e un fondo sovrano, per vendere la quota detenuta in Openreach rinfocola le scommesse dei mercati sul settore telecom. L’FT riporta che lo smobilizzo della partecipazione potrebbe assegnare alla divisione Openrich un valore di 20 miliardi di sterline circa. Telecom Italia segue così la scia rialzista di BT. La compagnia telefonica italiana starebbe tra l’altro trattando con KKR per vendere la quota del 40% che detiene nella rete secondaria. A tal proposito, Mediobanca Securities “ha fiducia che un accordo tra TI e KKR per la vendita della quota (di TIM) nella rete secondaria venga finalizzato”.