Wall Street in rosso: Dow Jones -270 punti, buy sull’oro. Avversione al rischio post Powell e dato sussidi
Seduta in rosso per Wall Street, con il Dow Jones che cede più di 270 punti (-1,13%), a 23.000 punti circa; il Nasdaq arretra di quasi 82 punti(-0,92%), a 8.781. Lo S&P 500 scende di quasi 31 punti (-1,08%), a 2.790.
Pesa il dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che ha confermato l’aumento dei disoccupati a causa della crisi economica scatenata dal coronavirus COVID-19.
Di fatto, nella settimana terminata lo scorso 9 maggio, il numero dei lavoratori Usa che hanno fatto richiesta dei sussidi per la prima volta è salito di 2,98 milioni, al di sopra dei 2,7 milioni attesi dal consensus.
Dai numeri emerge che il numero dei richiedenti totali dei sussidi si è attestato a quasi 36,5 milioni di unità da quando è esplosa l’emergenza sanitaria.
Soltanto nel mese di aprile, sono andati persi più di 20,5 milioni di posti di lavoro. Fattore che ha portato il tasso di disoccupazione a volare al 14,7%.
Acquisti sull’oro, con il contratto con consegna a giugno scambiato sul Comex che sale di oltre 8 dollari a $1.725 l’oncia: il metallo prezioso beneficia dell’avversione al rischio da parte degli investitori.
L’azionario globale fa ancora i conti con il pessimismo alimentato dal discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che ieri ha parlato di un outlook sull’economia “altamente incerto”, sottolineando che altri interventi a sostegno dei fondamentali Usa potrebbero essere necessari.
Powell non si è mostrato particolarmente favorevole, però, all’ipotesi dei tassi negativi, sottolineando che si tratta di una opzione “a cui non stiamo guardando”, anche perchè contrastate sono le opinioni sulla sua efficacia.
“Le parole (di Powell) sono state un colpo all’ottimismo che nelle ultime settimane aveva interessato i mercati, grazie all’allentamento delle misure di distanziamento sociale negli Stati Uniti, che aveva sostenuto anche le speranze di una ripresa a V”, ha commentato Raffi Boyadjian, analista senior di investimenti presso XM, stando a quanto riporta il sito Marketwatch. Crede invece in una probabilità più alta di una ripresa a V Goldman Sachs, anche se prevede per il 2020 una flessione del Pil Usa del 6,5%.
Certo, non aiutano di certo il sentiment neanche le parole di Mike Ryan, direttore del dipartimento di emergenza per il World Health Organization, OMS (organizzazione Mondiale della Sanità) che, in un briefing sul coronavirus, ha detto che “questo virus potrebbe anche non andare mai via”.
Oggi sessione positiva per il contratto WTI con consegna a giugno che balza fin oltre +3% superando quota $26 al barile. Bene anche il Brent, che avanza anch’esso di oltre +3% oltre $30 al barile. L’accelerazione rialzista dei prezzi si spiega anche con la pubblicazione del rapporto mensile dell’AIE, l’agenzia internazionale dell’energia. Dal report emerge che “la domanda globale di petrolio sta in qualche modo migliorando”, tanto che l’AIE ha rivisto al rialzo le stime sulla domanda di 700.000 barili al giorno rispetto all’outlook dell’ultimo report.
Ieri, inoltre, i dati Usa hanno segnalato che, nella settimana terminata lo scorso 8 maggio, le scorte di petrolio crude degli Stati Uniti sono scese di 745.000 barili a 531,5 milioni di barili: il calo, inatteso, è stato il primo da gennaio.