Dombrovskis: dopo COVID torna Patto di Stabilità. MES, nessun pericolo troika: la lettera Ue
“Dopo il virus torneranno in vigore le regole del Patto di Stabilità”. Così Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. Nell’affrontare la questione della crisi successiva alla pandemia del coronavirus COVID-19, Dombrovkis ha auspicato che la ripresa “non lasci nessuno indietro”.
Intanto, ieri è arrivata la notizia di una lettera scritta da Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni al numero uno dell’Eurogruppo, Mario Centeno. Nella missiva, i funzionari dell’Unione europea chiariscono che un eventuale ricorso al fondo salva-stati Mes non equivale ad alcun tipo di commissariamento per il paese coinvolto.
Niente sorvegliati speciali, insomma, niente troika, la triade Commissione Ue- Bce-Fmi che entrò ad Atene per diramare ordini sul da farsi, nel periodo peggiore della crisi greca.
Sarà soltanto la Commissione europea a sincerarsi che il paese richiedente i fondi del MES utilizzi le somme per finanziare le spese sanitarie necessarie per frenare l’emergenza della pandemia del coronavirus.
Niente di straordinario, tra l’altro, visto che rientra già nei poteri di Bruxelles quello di lanciare missioni di monitoraggio dei conti pubblici dei paesi appartenenti al blocco, nel cosiddetto Semestre europeo.
A fronte dei prestiti del MES, in base a quanto emerge dalla legge di Gentiloni e Dombrovskis, la Commissione europea non oserà neanche chiedere alcuna correzione aggiuntiva dei conti.
Nella missiva firmata dai due funzionari europei, emerge infatti che, “per quanto concerne la sorveglianza rafforzata, la Commissione non lancerà alcuna missione ad hoc sul posto, oltre a quelle che conduce regolarmente nell’ambito del Semestre europeo”.
Insomma, con la missiva Gentiloni e Dombrovskis riabilitano formalmente il Mes Fondo salva-stati, visto come fumo negli occhi, in Italia, soprattutto dai leader di FI e Lega, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. C’è da dire che non si sa ancora cosa l’Italia deciderà di fare: se ricorrere o meno al MES.
Tornando alla frase di Dombrovskis sul Patto di stabilità, che tornerà in vigore quando terminerà la pandemia, nell’intervista al quotidiano La Stampa il vicepresidente della Commissione europea ha dato la seguente motivazione:
“Perché (le regole) sono già provviste della necessaria flessibilità che consentirà di adattarle alle differenti situazioni economiche in cui si trovano i gli Stati membri”.
In ogni caso, la riforma del Patto viene vista con scetticismo, in quanto a suo avviso sarà difficile che tra i governi si arrivi a una intesa su come cambiarlo. Di conseguenza, alla domanda se il Patto di stabilità sarà cambiato, una volta che tornerà in vigore, o se sarà lo stesso, la risposta di Dombrovskis è stata la seguente: “La discussione sulla cornice normativa delle nostre regole di bilancio era già iniziata prima della crisi e certamente ci torneremo anche dopo. Però bisogna riconoscere che le nostre regole di bilancio hanno la necessaria flessibilità: sono già adeguate a diverse situazioni, inclusi gli elementi anti-ciclici, che richiedono agli Stati sforzi strutturali diversi in base alle loro situazioni economiche”.
Ma allora non è necessario modificare le regole del Patto?
Dombroviskis precisa che “la discussione continuerà, ma bisogna trovare un consenso per decidere dove vogliamo andare”. Il punto, infatti, è che “non possiamo rimanere paralizzati in un dibattito in cui alcuni Paesi dicono che non c’è sufficiente la disciplina di bilancio e altri che invece lamentano l’eccesso di austerità. Certo, bisogna lavorare sulla semplificazione, rafforzare il carattere anti-ciclico. Ma se vogliamo cambiare le regole serve un consenso: prima di aprire la discussione, dovremmo essere sicuri di atterrare su un terreno migliore rispetto a quello attuale. E comunque fino a quando non ci sarà una decisione su nuove regole, quelle attuali continueranno a rimanere in vigore”.
Dombrovskis ha commentato anche la pubblicazione dell’analisi, avvenuta ieri, sulla sostenibilità dei debiti pubblici, precisando a La Stampa che “la nostra conclusione è che il debito di tutti Paesi è sostenibile” e che “quindi tutti potranno avere accesso a linea di credito del Mes”. Per quanto riguarda l’Italia – ha aggiunto – ci aspettiamo che al termine della crisi il debito scenda, anche se a un ritmo più lento di quello della Grecia”.