Prezzi: dopo carburanti, Codacons lancia allarme speculazione anche su pasta e pane. Esposto a Procura e Antitrust
Dopo i carburanti, anche i prezzi al dettaglio di pane e pasta sono finiti all’attenzione dell’Antitrust e della magistratura. Il Codacons ha depositato infatti un nuovo esposto all’Autorità per la concorrenza e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, chiedendo di aprire indagini volte ad accertare eventuali speculazioni che starebbero interessando i listini di beni di largo consumo come appunto pane e pasta.
“Mentre le quotazioni di grano duro e grano tenero sono in diminuzione sui mercati internazionali, i prezzi dei prodotti derivati risultano in forte aumento”, sottolinea il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi. Ad esempio a Milano un chilo di pasta è passato da una media di 1,28 euro dello scorso novembre a 1,64 euro, con un rincaro del +28,1%. A Firenze il prezzo medio sale da 1,15 euro/kg di novembre a 1,38 euro (+20%). Rincari che, sottolinea il Codacons, avvengono nonostante la pasta si produca col grano duro importato da Canada, Usa, Messico o altre parti di Europa, zone non interessate dal conflitto.
Non va meglio per il pane, i cui listini al dettaglio sono in costante ascesa, con i prezzi che superano i 6 euro al kg in numerose città. “A tutto ciò si aggiunge l’effetto psicosi – prosegue Rienzi – con numerosi supermercati e negozi in tutta Italia i cui scaffali di pasta e farina, ma anche olio e zucchero, sono stati letteralmente svuotati e presi d’assalto dai consumatori nel timore di un razionamento delle forniture”.