L’inflazione fa paura: 7 italiani su 10 preoccupati. Ecco la top 10 dei rincari tra benzina, pasta e verdura
L’inflazione fa paura agli italiani che guardano al continuo rialzo dei prezzi alla pompa ma anche al supermercato. Secondo quanto rilevato dall’Istat, l’ufficio di statistica nazionale, i prezzi a febbraio sono aumentati ancora portando l’inflazione in Italia al 5,7%, sui massimi degli ultimi 27 anni (Leggi qui per approfondire). E i prossimi mesi, a cominciare da marzo, si potrebbe vedere un’ulteriore pressione sui prezzi, a causa del conflitto Russia-Ucraina.
E così in questo inizio d’anno, ben 7 italiani su 10 si dicono preoccupati per la crescita dei prezzi, secondo quanto emerge dal Consumer Tracker di Deloitte, un monitoraggio che il network Deloitte conduce per indagare le principali abitudini di consumo di 20.000 consumatori in 23 paesi nel mondo.
Paura giustificata? I rialzi dei beni energetici hanno fatto decollare i prezzi della verdura, sia per via delle serre che dei costi di trasporto su gomma. La pasta continua a rincarare, ma per ora secondo il trend in salita iniziato a partire dal mese di settembre è legato al crollo delle importazioni dal Canada (nel 2021 -59,6%). Vediamo allora quali prodotti di maggior consumo stanno registrando i maggiori rincari. L’Unione Nazionale Consumatori ha stilato una classifica.
La classifica dei rincari
In testa alla top 20 dei prodotti alimentari si conferma, come nel mese precedente, la frutta con le pere che costano il 32,2% in più rispetto a febbraio 2020. Al secondo posto carote, finocchi, cipolle, aglio, asparagi, carciofi, saliti del 21,5% in un anno. Sul gradino più basso del podio l’olio diverso da quello di oliva che vola del 19,1%.
Al quarto posto le verdure, come cetrioli, melanzane, zucchine, piselli, peperoni, fagiolini, che svettano del 18,7%. Seguono i pomodori con un incremento del 15,5% e al sesto posto il prodotto simbolo della cucina italiana, la pasta (secca e fresca), con +14,6%. Al settimo i cavoli (+11,2%), il burro (+11,1%) e, ex aequo, arance e pesche (entrambe a +10,1%). Chiudono la top ten i frutti di mare con +10%.
In 11esima posizione l’insalata, +9,2%, segue la farina (+8,9%). La carne più rincarata è il pollame (+5,9%, in 18° posizione), anche se meno del pesce (+6,2%). In 16° posizione il pane confezionato con +6,3%, molto meno del pane fresco, fuori dalla top 20 con +4,6%. Non in classifica anche l’olio di oliva (+4,2%), il riso (+3,5%), le uova (+3,5%) e il latte, con quello conservato che sale del 3,4% mentre quello fresco intero registra un contenuto +1,4%. Chiude la top 20 lo zucchero con +5,3%.
Tra i prodotti non alimentari, l’energia elettrica sul mercato tutelato è in testa alla top 10 con un astronomico +103,4% rispetto a febbraio 2020. Al secondo posto il gas del mercato tutelato, +86,5%. Segue l’Energia elettrica del mercato libero, dove, prevalendo contratti a prezzo fisso, si registra un incremento più basso del tutelato, +64,9%. Si ricorda che il dato tendenziale del gas del mercato libero non è disponibile, essendo entrato solo quest’anno nel paniere Istat.
Al quarto posto carburanti (Gpl, metano) con +38,7%, poi i Voli intercontinentali, che letteralmente decollano del 27,8%, il gasolio per riscaldamento (+24,6%), in settima posizione il gasolio per mezzi di trasporto (+24%), seguito a ruota dalla benzina (+21,9%).
Primo dei beni non energetici, anche se sempre collegato al mondo dei motori, le autoscuole con +16,1%. Chiudono la top ten i pacchetti vacanza nazionali che salgono del 14,6%.