News Notiziario Notizie Italia Roma, città eterna ma non senza entrate. Rischio default, Raggi: ‘nessun Comune resiste in eterno senza gettito’

Roma, città eterna ma non senza entrate. Rischio default, Raggi: ‘nessun Comune resiste in eterno senza gettito’

15 Aprile 2020 10:41

Anche la città eterna non può durare in eterno, senza sufficienti entrate. Così la sindaca di Roma Virginia Raggi, intervenendo a Centocittà su Radio 1.

“E’ evidente che nessuna città potrà resistere in eterno. Per questo chiediamo, ad esempio, la possibilità di usare dei risparmi nostri che sono per legge accantonati. Stiamo chiedendo di usarli, per dirne una”.

“Roma rischia il default? – si è chiesta Raggi – Ci stiamo cautelando. Ma nessun Comune potrà resistere in assenza di gettito. Per questo stiamo lavorando con il Governo al decreto Cura Comuni perché dobbiamo garantire i servizi anche in assenza di gettito. Non abbiamo quasi più entrate”.

La sindaca ha così commentato la crisi coronavirus che sta, nello specifico, colpendo la città e le casse di Roma. In ogni caso Roma lavora alla fase 2 post-Covid “con un tavolo attivato da subito con le attività produttive e una delle prime misure che abbiamo adottato con il comparto Turismo, che è crollato a partire da febbraio, è stata quella di sospendere la tassa di soggiorno”.

“Poi – ha continuato Raggi – abbiamo valutato molto seriamente e deciso di togliere la Cosap, la cosiddetta ‘tassa sui tavolini’, perché immaginiamo che quando riprenderanno le attività, le persone avranno un pochino di paura e abbiamo pensato di detassare le attività che si svolgono all’aperto, non solo per i mesi in cui non hanno lavorato, ma per il resto dell’anno. E’ una tassa che per noi pesa 90 milioni”.

Riguardo alle #scuolechiuse a causa della pandemia da coronavirus, Raggi ha spiegato, in merito a una possibile riapertura delle stesse che “da un lato stiamo seguendo da vicino e in collaborazione con il ministro Azzolina, per capire quali sono i tempi. Dall’altro, stiamo lavorando con un nostro Dipartimento e l’università a un’apertura scaglionata dei vari orari di ingresso, per differenziare gli orari di scuole, università e uffici pubblici e diluire il carico di persone durante la mattinata e non avere più orari di punta. Era un progetto partito dall’anno scorso per cui molte università non sarebbero più partite (con le lezioni) prima delle 11 di mattina”.