Lockdown: circa 2 milioni di italiani lavorano da casa e la maggioranza vorrebbe continuare
Dopo 5 lunghe settimane di lockdown, gli italiani mostrano resilienza, capacità di trasformazione e disponibilità al sacrificio utile all’azione collettiva. Per il 74% degli italiani infatti la salvaguardia della salute deve essere al centro di ogni azione, mentre per ora solo il 7% degli italiani vive questa situazione come insopportabile e un altro 7% sostiene con difficoltà il peso delle restrizioni relative alla libera circolazione.
Le cifre sono quelle fornite dall’Osservatorio “LOCKDOWN. Come e perché sta cambiano le nostre vite” realizzato da Nomisma in collaborazione con CRIF su un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni) analizzando l’impatto del lockdown sulle vite dei cttadini. Dall’Osservatorio emerge che il 22% degli italiani vivono quasi giornalmente situazioni di stress, ansia o irascibilità, più sereni i Millennials (l’irrequietezza riguarda “solo” il 13%) rispetto a Gen X (27%) e Baby Boomers (28%).
I comfort presenti nella propria abitazione riescono ad allievare i lunghi giorni di quarantena. Sta meglio ovviamente chi ha disponibilità di ampi spazi, dove trovare momenti di privacy, come un giardino o una stanza tutta per sé che ferma l’irrequietezza (la quota di chi è spesso stressato si ferma al 12% e al 14%, rispettivamente).
Chi invece ha una cucina di dimensioni sacrificate patisce di più: la quota di chi ha spesso un umore nero aumenta al 29%; stesso destino per chi è “sloggato” dal mondo (30% tra chi non ha alcuna connessione Internet, 29% tra chi non ha abbonamenti in streaming).
Il lavoro la principale fonte di stress in quarantena
Tra i fattori maggiori di stress in questo periodo? Al primo posto il lavoro con la messa in mobilità, la cassa integrazione e le ferie “forzate” – situazioni che riguarda per il 27% degli italiani in attività. Nelle ultime 3 settimane l’abitazione si è inoltre trasformata in ufficio per il 9% degli occupati. L’aumento del ricorso al lavoro agile e la possibilità di svolgere le proprie attività da remoto hanno, infatti, portato quasi 2 milioni di italiani a lavorare da casa. Il 56% di chi oggi sta lavorando da casa vorrebbe proseguire anche dopo l’emergenza ma a tempo ridotto (qualche giorno al mese). Durante il lockdown inoltre, il 28% degli italiani sono impegnati in corsi di formazione on line o a partecipare a webinar e aumenta la solidarietà come valore diffuso in tempo di isolamento con il 18% che ha aiutato un familiare o un amico a fare la spesa.