Accisa mobile, la soluzione del governo contro il caro-benzina. Cingolani spiega perché aumento gas è ingiustificato
Il Governo continua a ragionare su quali soluzioni mettere in atto contro il caro-benzina. Stando a quanto indicato stamattina dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si va verso un’accisa mobile con l’obbiettivo di contenere l’impatto dell’aumento dei prezzi legato alla guerra in Ucraina.
L’accisa mobile (o anticiclica) consente di sterilizzare gli aumenti dell’Iva in quanto l’accisa è un’imposta che colpisce la quantità del prodotto e non il valore, a differenza dell’Iva. L’aumento dei prezzi delle ultime settimane ha portato in dote maggiori introiti Iva nelle casse dello Stato e come sottolineato dallo stesso Cingolani tale gettito extra “potrebbe essere utilizzato per ridurre le accise e ottenere una riduzione del prezzo alla pompa”.
Cingolani rimarca come il caro-carburante dipende dall’impennata del prezzo del petrolio Brent sui mercati internazionali, insieme il maggiore costo del gas e dell’energia che serve nelle raffinerie a trasformare andando così ad impattare sul costo finale. Cingolani ha anche spiegato che si è verificata una diminuzione della disponibilità del diesel, fenomeno che in parte spiega il sorpasso del prezzo del diesel rispetto a quello della benzina. Il ministro ha ribadito che i rincari attuali sono “ingiustificati”.
Le misure contro il caro-energia sono attese per domani. Le indiscrezioni degli ultimi giorni vedevano l’esecutivo intenzionato ad apportare un taglio del prezzo della benzina e del diesel di almeno 15 centesimi al litro per i prossimi tre mesi (mossa simile l’ha fatta la Francia con taglio di 15 centesimi per 4 mesi). Tra le proposte che arrivano dalla politica c’è quella di Matteo Renzi, con un tetto ai prezzi di gas e benzina con una sorta di ‘whatever it takes’ dell’energia. Antonio Misiani del Pd ha proposto invece un assegno energia per 12 milioni di famiglie con Isee fino a 20mila euro e il taglio delle accise dei carburanti per portare il prezzo sotto i 2 euro come previsto dalla Slovenia.
Alle associzzioni dei consumatori una mossa di questa entità non basta. “Le accise sui carburanti si possono e si devono ridurre oggi, senza se e senza ma. E’ la cosa più semplice di questo mondo e non vanno abbassate per 15 o 20 cent, ma almeno per 50 cent, anche se in via temporanea e solo fino a che i prezzi non torneranno a valori normali e le speculazioni non saranno cessate” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’Europa versa 1 miliardo di euro al giorno per il gas russo
Cingolani stamattina ha parlato ampiamente anche di gas sottolineando come ogni giorno l’Europa paga un miliardo di euro alla Russia per avere il suo gas. Nell’informativa in Aula al Senato sull’incremento dei costi dell’energia, il ministro ha rimarcato come “il flusso attuale dalla Russia è il più alto nei tempi recenti”, spiega il ministro della Transizione ecologica ricordando come il prezzo del gas si sia quintuplicato nell’ultimo anno. Un aumento ingiustificato a detta di Cingolani in virtù del fatto che stoccare lo stesso quantitativo di gas (10 miliardi di metri cubi di gas) non può costare 3 miliardi di euro nel 2021 e 15 miliardi di euro adesso.
Cingolani ha spiegato che ci vorranno tre anni per sostituire il gas russo, spiegando come le importazioni di gas dalla Russia sono salite negli anni sia in valore assoluto che in percentuale sui consumi, passando dai circa 20 miliardi di metri cubi, pari al 25% dei consumi del 2011, ai 29 miliardi di metri cubi del 2021 (38% dei consumi). Oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia viene importato dall’estero.