Petrolio: dopo tonfo record -70% in I trimestre, prezzi ancora in calo. Brent -4%
I prezzi del petrolio iniziano il secondo trimestre dell’anno sotto pressione, dopo essere collassati del 70% nel primo trimestre. Il crollo delle quotazioni si spiega sia con il mancato raggiungimento di un’intesa per il taglio dell’output tra i paesi Opec e non Opec, sia con le preoccupazioni sul rallentamento della domanda di petrolio, causa la crisi innescata dal coronavirus a livello globale. I prezzi viaggiano al minimo dal 2002, in 18 anni.
Oggi, a deprimere il mercato, sono i numeri resi noti dall’American Petroleum Institute, relativi alle scorte. I numeri hanno segnalato che, la scorsa settimana, le scorte di crude Usa sono balzate di 10,5 milioni di barili, più del doppio rispetto all’incremento di 4 milioni di barili atteso dal consensus.
Intervistato dalla Cnbc Hiroyuki Kikukawa, general manager della divisione di ricerca presso Nissan Securities, ha affermato che “il sentiment del mercato rimane cupo, visto che non c’è alcuna chiarezza su quanto la pandemia durerà ancora”.
I futures sul contratto WTI scambiato sul Nymex cedono più dell’1%, a $20,27 al barile, mentre il Brent scivola di oltre -4%, a $25,19 al barile.