Decreto anti COVID-19 a favore di banche e imprese. Gli istituti di credito che ne beneficeranno di più
Gli analisti di Mediobanca Securities accolgono con favore le disposizioni anti coronavirus a favore delle banche, che sono contenute nel decreto del 17 marzo scorso.
Il decreto, viene ricordato, contiene una disposizione temporanea che permette alle banche e alle aziende di trasformare un certo ammontare di imposte differite attive, le Dta, in crediti di imposta, liberando così, secondo il governo, una ulteriore liquidità del valore di 10 miliardi di euro per le società.
L’ammontare che può essere trasformato in crediti di imposta ha un tetto massimo del 20% del valore nominale degli NPE venduti entro il 31 dicembre del 2020.
Gli esperti di Mediobanca ritengono che questa sia “una iniziativa positiva per le banche, in quanto permette loro di compensare in modo parziale o intero l’impatto negativo che arriverebbe con lo smobilizzo degli NPE”.
La misura, si legge ancora nella nota, andrebbe a beneficio soprattutto di alcune banche come Bper, Banca Monte dei Paschi, Creval, Banca Popolare di Sondrio e Ubi, mentre avrebbe effetti trascurabili su UniCRedit e Intesa SanPaolo.
Allo stesso tempo, “crediamo che sia ancora presto in questo momento prevedere che le banche renderanno esecutive le vendite di NPE, visto che stiamo tutti cercando di capire la portata del rallentamento economico in Italia e nel mondo. Di conseguenza – conclude Mediobanca Securities – riteniamo che le misure apporteranno sollievo alla liquidità delle aziende e alle banche nel momento in cui si smorzerà l’incertezza sul contesto economico”.