Giappone: più forte contrazione dell’attività manifatturiera da oltre dieci anni
In Giappone l’attività manifatturiera si è contratta al minimo da oltre dieci anni, mentre quella del terziario ha subito la flessione più ampia da quando si è iniziata a rilevarla nel 2007. Un segnale di avvertimento per la terza potenza economica più grande del mondo mentre si diffonde l’impatto della nuova epidemia di coronavirus.
La versione preliminare dell’indice Pmi manifatturiero, calcolato da Markit/Jibun Bank si è attestata a marzo a 44,8 punti, segnando un calo dai 47,8 punti di febbraio. Si tratta del livello più basso da aprile 2009. L’indice Pmi dei servizi è sceso addirittura a 32,7 punti, il livello più basso dalla prima indagine condotta nel 2007, dopo i 46,8 del mese precedente. Per quanto riguarda l’indice composito, che unisce industria e servizi, si è attestato nella sua versione flash a 35,8 punti, contro i 47 punti del mese precedente e finendo sul livello più basso da aprile 2011, vale a dire dal disastro dello Tsunami.
L’eventuale cancellazione dei Giochi Olimpici a Tokyo, sottolinea l’istituto Markit/Jibun Bank, potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione. Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.